Firenze, 28 ottobre 2017 – Un normale controllo del Nucleo Guardie Zoofile dell’Enpa di Firenze ha fatto scoprire un nuovo modo per importare illegalmente in Italia cani provenienti da altri Paesi

Questi i fatti: nei primi giorni del mese di ottobre su un cane di proprietà di una signora fiorentina, è stato verificato che l’animale era sprovvisto di microchip identificativo in quanto risultava che il cip era inserito nel collare e non sul corpo dell’animale. Gli agenti hanno provveduto immediatamente al sequestro del collare e a attivare le indagini. Nel corso degli accertamenti è stato scoperto che il cane proveniva dall’Albania. Dalle indagini compiute è stata identificata la persona che ha importato abusivamente in Italia il cane ed è stata sanzionata per la violazione prevista dalle normative comunitarie di cui l’Italia ha recepito con Legge n. 201 del 4/12/1010.

L’importazione di animali dai paesi esteri è debitamente normata dalla suddetta legge che prevede due diverse tipologie di violazioni, di cui una penale (per i soggetti che hanno approntato un’attività organizzata o reiterata di animali da compagnia – cani e gatti) l’altra, come nel caso in oggetto, di carattere amministrativo (chiunque trasporti, introduce o cede a qualsiasi titolo cani o gatti, nel territorio nazionale senza i requisiti previsti dalla vigente legislazione – senza microchip, passaporto, libretto sanitario ecc.). 

Dunque, la scoperta di un cip inserito nel collare invece che nel corpo dell’animale ha fatto scoprire un nuovo metodo illegale di introduzione nel territorio Italiano di animali (clandestini) facendoli passare alla frontiera come cani autorizzati. Lo strumento, infatti, legge il cip a distanza, quindi l’operatore verifica il numero, che invece di essere sul cane è sul collare, traendo in inganno chi effettua il controllo. 

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