Cadmium TestingA confronto con i dati europei la dieta ‘ideale’ di due regimi alimentari. I consumatori italiani, onnivori e vegani,
Ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno condotto uno studio per stimare il livello di rischio di esposizione al cadmio dei consumatori italiani che seguono la dieta onnivora/mediterranea e la dieta vegana. 

I dati sui consumi utilizzati nei modelli si riferiscono a una dieta “ideale”, in cui il numero di porzioni (minimo e massimo) settimanali e la quantità di alimento per porzione si rifanno a indicazioni fornite da specifiche linee guida (“piramide alimentare” per la dieta mediterranea moderna, III Conferenza Internazionale CIISCAM, Parma 2009; “piramide per vegetariani”, modificata per vegani, Venti e Johnston 2002; LARN 2013).
Non si tratta quindi di consumi reali ma di ciò che dovrebbe essere idealmente consumato da chi segue una dieta mediterranea o vegana. Inoltre, la scelta degli alimenti che compongono le diete, ovvero la preferenza di un alimento rispetto a un altro all’interno della stessa macro-categoria (es: verdura), si è basata su dati provenienti dall’indagine nazionale sui consumi alimentari dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN-SCAI 2005-06) per la dieta mediterranea, e su dati di una precedente ricerca (RF/2010) per la dieta vegana.

I risultati sono stati confrontati con i livelli di assunzione massimi tollerabili stabiliti a livello europeo e con il livello di esposizione stimato per il consumatore europeo. Dal confronto con i dati europei è emerso che la dieta mediterranea esporrebbe il consumatore italiano a un livello di cadmio maggiore rispetto alla popolazione europea generale, mentre i vegani sarebbero più esposti rispetto ai consumatori onnivori.
Il condizionale è d’obbligo- spiega l’IZSVE- perché il modello di esposizione al rischio elaborato dai ricercatori ha utilizzato diete costruite sulla base di linee guida definite a livello internazionale e rese il più possibile coerenti con le abitudini del consumatore italiano medio.

Il modello proposto ha permesso di evidenziare una maggiore criticità per i consumatori vegani per quanto riguarda l’esposizione al cadmio. Le linee guida per una sana alimentazione andrebbero quindi strutturate non solo pensando ai valori nutrizionali, ma secondo un approccio olistico “rischio-beneficio” in cui i anche i rischi chimici dovrebbero essere debitamente considerati.

I metalli pesanti rappresentano uno dei rischi alimentari più importanti per i consumatori. Rientrano nella categoria del rischio chimico e il loro accumulo nell’organismo può determinare effetti dannosi per la salute umana nel lungo periodo. Uno di quelli più problematici è il cadmio, che viene classificato come cancerogeno, con effetti di tossicità soprattutto a livello renale, e per questo monitorato costantemente nei cibi che più veicolano questo rischio.

I risultati dello studio costituiranno la base per le successive valutazioni e opportunamente organizzati, potranno essere utilizzati dagli organismi di riferimento nazionale per predisporre un report che possa essere utilizzato dalla Commissione Europea nell’ottica di una rivalutazione di alcuni limiti su specifici prodotti alimentari.
Qualora la valutazione dell’esposizione in funzione della di eta evidenzi il pericolo del superamento dei limiti tollerabili dovuto ad un più frequente consumo di alimenti in cui il cadmio è maggiormente presente, verranno aggiornati i suggerimenti nutrizionali riportati nelle piramidi degli onnivori e dei vegetariani/ vegani.

Valutazione dei livelli di esposizione al cadmio in relazione a diversi regimi alimentari

0 Comments

Leave a reply

©2024 ForumCani.com