Il Comune di Lucca ha cancellato 56 colonie feline in periferia e 4 nel centro storico. Quanto era stato segnalato alla LAV, e che trova conferma nel sito istituzionale del Comune, è di estrema gravità ed è in contrasto con la legislazione nazionale e locale a tutela delle colonie feline. Per questo motivo la LAV chiede al Sindaco Alessandro Tambellini di procedere da subito per ripristinare le colonie cui è stato tolto il riconoscimento e al Prefetto di provvedere in caso di inadempienza.

“Abbiamo invitato i cittadini di tutta Italia a scrivere al Sindaco di Lucca per manifestare la loro disapprovazione nei confronti della cancellazione delle colonie feline e per chiedere che sia restituito da subito il riconoscimento”, annuncia Ilaria Innocenti, responsabile nazionale LAV del Settore Cani e Gatti.

Tale illegittima cancellazione, infatti, è avvenuta in attuazione delle precisazioni che l’Azienda USL 2 Lucca – Dipartimento di Prevenzione – Unità Funzionale Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare ha comunicato ai Comuni in merito a criteri e modalità operative, da osservare durante le operazioni di censimento, criteri basati su una fuorviante e insensata interpretazione della Legge Regionale n. 59/2009 che, all’art.34, spiega: “si definisce colonia di gatti un gruppo di gatti che vive in libertà, nel quale sono presenti soggetti maschi e femmine, legato stabilmente con il territorio e con l’uomo, dipendente dal punto di vista alimentare e dei rapporti sociali tra cospecifici, e che frequenta abitualmente lo stesso luogo”.

“Siamo palesemente di fronte a un modo per risparmiare sulle sterilizzazioni, per le quali la legge regionale attribuisce alle ASL gli oneri anche economici, e rischiamo un serio danno alla prevenzione del randagismo. prosegue Ilaria Innocenti – E’ ovvio che i gatti di colonia non possono essere reclusi o confinati, in quanto la normativa nazionale e regionale riconosce il gatto di colonia come un animale libero. La territorialità (già sancita dalla Legge 281/91) è una caratteristica etologica del gatto, ma non è detto che lo spazio in cui si muove il gatto sia uno spazio ridotto, potendo frequentare il territorio circostante a quello in cui avviene la somministrazione degli alimenti”.

COMUNICATO INTEGRALE

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