varroa destructorLe regioni entrino nell’ottica di predisporre piani di trattamento per contrastare la varroatosi. Circolare del Ministero agli Assessorati.
Di concerto con le Associazioni degli apicoltori e nei propri territori di competenza, le Regioni sono state sollecitate dalla Direzione Generale della Sanità Animale a programmare dei piani di trattamento nei confronti della  varroatosi, “uno dei principali problemi sanitari per l’apicoltura italiana”. La circolare ministeriale inviata in questi giorni agli Assessorati regionali alla Sanità sottolinea la “ben nota” dannosità di questo parassita, capace di  farmaco resistenza, “causa di una sua progressiva diffusione in quasi tutti gli apiari italiani”.

Per fronteggiarlo “uno degli strumenti ancora disponibile è la programmazione dei trattamenti con l’obbiettivo di sincronizzare gli stessi in tutti gli apiari presenti di una determinata area territoriale”, evidenzia il Ministero della Salute, che rinvia alle apposite linee guida del Centro Nazionale di Referenza per l’apicoltura e indica due obiettivi per la programmazione regionale degli interventi:
1) l’adozione da parte di tutti gli apicoltori presenti in un determinato ambito territoriale di trattamenti antivarroa da effettuarsi in un preciso arco di tempo individuato in funzione delle caratteristiche ecoclimatiche
dello stesso;
2) la programmazione di controlli a campione diretti a verificare la corretta adozione dei trattamenti, l’adeguata copertura del territorio nonché la tempistica di esecuzione. I controlli  potranno essere programmati negli apiari in modalità randomizzata e basati sul rischio. I medesimi controlli potranno inoltre essere di tipo documentale e di tipo clinico.

Per i controlli di tipo documentale, la Direzione ministeriale ritiene “indispensabile” che le Regioni dispongano che gli apicoltori, registrino i trattamenti effettuati come previsto al Capo III del Regolamento
852/2004 nonché conservino le evidenze di acquisto dei farmaci utilizzati. Tenuto conto che gli apicoltori che commercializzano alimenti o materiale vivo (api/nuclei) già dispongono di un registro ai sensi dell’articolo 79 del decreto legislativo 6 aprile 2006 n.193, la nota ministeriale reputa “che lo stesso possa essere utilizzato per la registrazione di detti trattamenti.
Le verifiche potranno essere assicurate anche nell’ambito dei vari controlli esercitati da tutte le varie U.O. dei servizi Veterinari territoriali, a condizione che il personale sia debitamente formato viste le peculiarità
del settore apistico.

Informazione e Formazione- Un aspetto che la Dgsan incoraggia a promuovere, in particolare ad opera delle Associazioni dei Produttori, è la informazione /formazione degli apicoltori sulle misure da adottare per garantire la riuscita dei piani di trattamento; la formazione sui rischi sanitari d’altronde rientra tra gli aspetti previsti dal Reg. Ce 852/2004 (Allegato 1 Parte A II.4.e) per il personale e può concorrere a rispondere a questa necessità, possibilmente considerando anche gli altri rischi sanitari del settore apistico.

Per quanto concerne i controlli clinici,  questi “devono essere considerati come uno valido ausilio per la verifica dell’effettiva adozione/efficacia dei trattamenti registrati a livello documentale”.
Infatti, la nota ministeriale evidenzia che “in caso l’indagine clinica evidenzi la presenza di forme di Varroatosi accompagnate da segni di gravità tali da mettere a rischio la sopravvivenza delle famiglie è lecito presupporre che i trattamenti non siano stati eseguiti o lo siano stati ma in maniera non corretta o inadeguata.
In tal caso il veterinario Ufficiale potrà applicare (nota n. prot 13975 del 12 luglio 2013) le indicazioni operative riguardanti l’applicazione della OM 17 febbraio 1995 recante norme per la profilassi della varroasi.

Farmacovigilanza – Eventuali effetti indesiderati, sospetta reazione avversa, o diminuzione dell’efficacia del farmaco vanno segnalati al Ministero della Salute.

pdfCIRCOLARE_DGSAF_Varroatosi.pdf22.33 KB

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