Il tumore della prostata produce delle sostanze volatili che il cane è in grado di riconoscere con estrema attendibilità. Una scoperta frutto di una ricerca italiana, che sarà presentata martedì 15 novembre ai parlamentari europei ed alla Commissione Salute e Ricerca

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(Foto via Pixabay)

(Humanitas) – La ricerca medica di Humanitas al Parlamento Europeo come esempio di innovazione in ambito sanitario e scientifico. Sarà infatti proprio lo studio sulle potenzialità dell’olfatto canino nel diagnosticare il tumore alla prostata a essere presentato martedì 15 novembre ai parlamentari europei ed alla Commissione Salute e Ricerca. Lo studio è stato avviato nel 2012 da Gianluigi Taverna, Responsabile Urologia Humanitas Mater Domini, con la collaborazione del Centro Militare Veterinario di Grosseto (CeMiVet) e il patrocinio dallo Stato Maggiore della Difesa. La ricerca, pubblicata su prestigiose riviste scientifiche internazionali, è volta a verificare le potenzialità del sistema olfattivo canino nella discriminazione di odori organici umani complessi, al fine di sviluppare nuovi strumenti utili alla diagnosi precoce della neoplasia prostatica.

La prima fase dello studio, che si è conclusa con successo, ha analizzato i campioni di urine di oltre 900 persone, suddivise tra soggetti affetti da tumore prostatico e un gruppo di controllo costituito da pazienti sani o affetti da patologie tumorali non prostatiche o non tumorali. È emerso che cani rigorosamente addestrati sono in grado di riconoscere la presenza di tumore della prostata con un’accuratezza del 98% annusando un campione di urina ottenuto da soggetti affetti da questa patologia neoplastica[1].

“La scoperta interessante riguarda la certezza che il tumore della prostata produce delle sostanze volatili specifiche, chiamate tecnicamente VOCs, “VolatileOrganicCompounds”, che il cane è in grado di riconoscere con estrema attendibilità. La sfida futura sarà quella di capire cosa il cane annusi, quale metabolismo cellulare o tissutale produca l’odore e/o sviluppare nuove tecnologie in grado di riconoscere i VOCs tumorali” spiega Taverna.

“Questo studio è la testimonianza di come la ricerca sia fondamentale sul fronte della prevenzione e tutela della salute. Solo in Italia, infatti, ogni anno si stimano oltre 30.000 nuovi casi di tumore della prostata che, nell’uomo, questo rappresenta circa il 20% di tutte le  neoplasie diagnosticate. Grazie alla diagnosi precoce e prevenzione, ai progressi della ricerca, ai nuovi approcci terapeutici ed un approccio multidisciplinare nella cura, si possono offrire migliori prospettive di vita”, spiega Alessandro Liguori – Amministratore Delegato di Humanitas Mater Domini di Castellanza.

L’équipe che sta conducendo lo studio è costituita da urologi di Humanitas Mater Domini (Castellanza) e dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e dal Capo Sezione Medicina e Diagnostica Canina al Centro Militare Veterinario di Grosseto Colonnello Lorenzo Tidu e dal ricercatore dell’Istituto Clinico Humanitas Fabio Grizzi: un team multidisciplinare italiano le cui conoscenze specifiche hanno generato risultati riconosciuti dalla comunità scientifica a livello Nazionale e Internazionale [1-6]. I risultati della Ricerca sono stati selezionati come avanzamento nella diagnosi e trattamento del tumore prostatico, e inclusi nel “2015 Annual Report on Prostate Diseases” pubblicato dalla Harvard Medical School.

La presentazione avverrà nell’ambito del convegno sul tema: “DAGLI ORGANISMI VIVENTI ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E L’INFORMATICA CONOSCITIVA” organizzato da Piernicola Pedicini e si svolgerà a Bruxelles, presso la sala ASP A1E2 del Parlamento europeo, dalle ore 09.30 alle ore 1300.

Il tumore alla prostata

Il rischio di incorrere in tale patologia è spesso correlato all’età: le possibilità di ammalarsi sono minime prima dei 40 anni, aumentano sensibilmente dopo i 50, mentre quasi due tumori su tre vengono diagnosticati in persone con oltre 65 anni. La familiarità positiva per tumore alla prostata, una dieta ricca di lipidi (grassi) e l’etnia di colore, sono fattori riconosciuti di aumentato rischio di ammalarsi.

Riferimenti:

1) Taverna G, Tidu L, Grizzi F, Torri V, Mandressi A, Sardella P, La Torre G, Cocciolone G, Seveso M, Giusti G et al: Olfactory system of highly trained dogs detects prostate cancer in urine samples. The Journal of urology 2015, 193(4):1382-1387.

2) Taverna G, Tidu L, Grizzi F, Stork B, Mandressi A, Seveso M, Bozzini G, Sardella P, Latorre G, Lughezzani G et al: Highly-trained dogs’ olfactory system for detecting biochemical recurrence following radical prostatectomy. Clinical chemistry and laboratory medicine 2016, 54(3):e67-70.

3) Taverna G, Tidu L, Grizzi F: Sniffing out prostate cancer: a new clinical opportunity. Central European journal of urology 2015, 68(3):308-310.

4) Taverna G, Cote RJ, Grizzi F: Editorial: Prostate Cancer: What We Know and What We Would Like to Know. Frontiers in oncology 2015, 5:114.

5) Stone L: Prostate cancer: sniffing out prostate cancer. Nature reviews Urology 2014, 11(12):662.

6) Bahnson RR: Detection of prostate cancer in urine by dogs. The Journal of urology 2015, 193(4):1083.

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