I pazienti non sono abituati a incontrarla in corsia, ma la dottoressa a quattro zampe lavora per questo reparto ormai da cinque anni. Il medico più bravo dell’urologia, assicura il primario e confermano i colleghi, è proprio lei. Fiuto infallibile e diagnosi sempre precise, così Liù si è conquistata la fama di quella che non sbaglia un solo referto. Persino più precisa di un laboratorio di analisi. Non solo: nella cura (e possibilmente nella prevenzione) del tumore alla prostata, le imminenti conquiste della medicina saranno quasi tutte merito suo .  

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I risultati ottenuti nella diagnosi sarebbero di per sé già un record, ma il pastore tedesco dell’Esercito italiano ha dimostrato di poter fare qualcosa che gli specialisti dell’ospedale Humanitas di Castellanza non avrebbero né sperato né immaginato: individuare una traccia del cancro quando la malattia non si è ancora sviluppata. 

Con i metodi della medicina convenzionale e con le macchine utilizzate finora nei reparti, il confronto non regge. Il naso di Liù è molto più potente. «Ci ha dimostrato che il tumore ha una molecola caratteristica, anzi caratterizzante, e per questo il cane riesce a riconoscerla subito grazie al suo olfatto – sottolineano i medici dell’urologia – Con l’aiuto del cane, da questo momento in poi, speriamo di individuare questa molecola e di riuscire a isolarla. A quel punto la diagnosi precoce e la prevenzione saranno molto più semplici».  

Il risultato più stupefacente di questa sperimentazione si è ottenuto quando il conduttore e i veterinari dell’Esercito temevano che Liù avesse commesso un errore inspiegabile e inaspettato. «Temevamo che fosse entrata in confusione – racconta il colonnello Lorenzo Tidu – Segnalava qualcosa di strano sui campioni di un paziente a cui i medici avevano diagnosticato un tumore alla vescica. Era strano perché Liù è addestrata a riconoscere solo il cancro alla prostata e per questo credevamo fosse incappata in un clamoroso errore. E invece si è scoperto successivamente che quel paziente aveva sviluppato anche il tumore alla prostata».  

L’esperimento di “diagnosi canina” all’ospedale Humanitas è iniziato nel 2012. Doveva essere un test e l’idea si è rivelata molto più interessante di quanto non si potesse credere. «Il ministero della Salute per ora non consente che la diagnosi sia eseguita solo con il fiuto del cane – spiega il colonnello Tidu – E per questo tutti i pazienti sono stati prima sottoposti ai normali protocolli medici e dopo Liù ha fatto la sua analisi. Tra i campioni che ha dovuto “fiutare” sono stati inseriti anche quelli di pazienti sani e così ne abbiamo accertato l’attendibilità». 

Le sue straordinarie competenze, Liù le aveva dimostrate anche durante la sua prima occupazione in divisa. Sempre al fianco del sergente Paolo Sardella, che per lei non è un semplice conduttore ma una specie di papà molto generoso. «E’ entrata in servizio nel 2010 con la specializzazione della ricerca degli esplosivi. Era uno dei cani del centro cinofilo che l’Esercito impiega in svariate situazioni: negli scenari operativi all’estero ma anche per supporto alla Protezione civile in caso di calamità o per scopi di sicurezza come è avvenuto durante l’Expo. Insieme, siamo stati in Kosovo, ma dopo qualche mese Liù è stata scelta per partecipare a questa sperimentazione scientifica».  

Il progetto dell’ospedale di Castellanza ha raccolto subito l’entusiasmo del ministero della Difesa: medici e militari da cinque anni combattono insieme la guerra ai tumori. Il lavoro si svolge un po’ nei laboratori dell’Humanitas e un po’ nel centro veterinario militare di Grosseto. «I medici ci fanno arrivare i campioni delle urine dei pazienti sottoposti a controllo e nel suo ambiente abituale il cane esegue con calma tutti i suoi test. La prima fase dell’addestramento è servita a insegnargli a distinguere gli odori caratteristici. Esattamente come si fa per la ricerca degli esplosivi. Ogni volta che riconosce quell’odore caratteristico, ma solo in quel caso, Liù si siede e noi così possiamo capire il messaggio che vorrebbe farci arrivare. Un lavoro che per gli uomini e la scienza è tanto importante, per il cane è un divertimento. Che, nella sua testa, ha un solo obiettivo: conquistare una dose in più di crocchette e il suo giocattolo preferito».  

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