Roma, 15 febbraio 2016 – Il ministero dell’Ambiente e l’Unione Zoologica Italiana propongono di dare la caccia al lupo per evitare tensioni sociali. LNDC ricorda le grosse carenze da parte degli allevatori e dello Stato in materia di protezione delle greggi e della natura. 

Nella giornata di martedì 16 febbraio si terrà la Conferenza Stato-Regioni per discutere sul documento redatto dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Unione Zoologica Italiana, che sostanzialmente mira a riaprire la caccia al lupo per assecondare le pressioni esercitate dagli allevatori. Lega Nazionale per la Difesa del Cane aveva già espresso la propria preoccupazione all’inizio del mese, a seguito del convegno tenuto a Cuneo a fine gennaio. 

Preoccupazione che ora aumenta in maniera esponenziale vista la sempre più evidente intenzione del ministero dell’Ambiente di concedere pericolose deroghe allo status di protezione del lupo ormai in vigore da decine di anni. Questo “piano di conservazione e gestione del lupo”, che sarebbe più onesto chiamare piano per lo sterminio del lupo, è ovviamente visto di buon occhio dagli allevatori che da tempo ne chiedono (e praticano illecitamente) l’abbattimento selvaggio per non doversi adeguare alle norme che garantirebbero loro il risarcimento delle eventuali predazioni, ovvero la custodia delle greggi con recinzioni anche elettrificate, cani da guardiania e presenza di pastori. 

Infatti, per avere diritto ai rimborsi previsti dalla legge per le perdite di bestiame dovute a predatori – si legge nella nota di LNDC – gli allevatori dovrebbero utilizzare queste misure preventive ma troppo spesso non lo fanno. Si cita a esempio la regione Toscana nella quale, come riporta il progetto Life Medwolf, una buona parte delle predazioni è compiuta da cani mal gestiti mentre tra le aziende colpite il 98% non è sorvegliato da pastori, l’85% non ha recinti anti predatore e il 57% non è dotata di cani da guardiania. Ma la soluzione, per limitare la “forte tensione sociale” – secondo il ministero dell’Ambiente – sarebbe quella di riaprire la caccia al lupo e assecondare senza battere ciglio le pretese delle associazioni di allevatori, con buona pace della biodiversità e delle Direttive Comunitarie. A tale proposito, è importante sottolineare che l’Italia è già stata più volte richiamata per le gravi infrazioni alle normative comunitarie in materia di protezione della natura e per l’inadeguatezza del sistema di monitoraggio e controllo dell’attività venatoria.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane auspica fortemente una sostanziale e profonda revisione del testo e delle metodologie proposte per il “piano di conservazione e gestione del lupo” da parte del ministero dell’Ambiente e dall’Unione Zoologica Italiana, anche perché di fatto legittimano i bracconieri e li fa sentire quasi degli eroi. In caso contrario, LNDC non esiterà a lottare con tutte le sue forze e in tutte le sedi per difendere questo splendido animale.  
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