Annusa l’aria, poi punta il muso sul terreno: è pronta a lasciarsi andare, giocare, fare nuove attività. Le orecchie sono rilassate, lo sguardo languido, la postura è morbida. Il corpo di Megan, circa due anni passati tra la strada e il canile per poi essere felicemente adottata, è fasciato da bende azzurre che le infondono sicurezza, serenità e conforto. Ad accarezzarla c’è Valentina Biedi, educatrice cinofila e fondatrice del centro “B Dog” sulle alture di Bolzaneto, a Genova, che ha da poco raggiunto il livello 1 di “pratictioner” del metodo Tellington Touch. «È una tipologia d’insegnamento gentile. Il “TTouch” riconosce la connessione tra postura e atteggiamento del cane: come per gli umani, quando ci si “sente” meglio si “agisce” meglio. Postura, fiducia e autocontrollo sono collegati. La mancanza di questi requisiti è alla radice di molti comportamenti inadeguati e interferisce con la capacità di apprendimento».  

È un modo di concepire la cinofilia completamente diverso dal solito quello che Valentina Biedi, classe 1979, ha messo in pratica a Genova sin dall’inizio del suo percorso: «Ho sempre avuto cani. Compiuto 18 anni sono diventata volontaria nei canili. È da lì che ho iniziato a conoscerli meglio e farmi delle domande sul loro modo di comunicare. Ho seguito dei corsi e poi c’è stato l’incontro con Turid Rugaas, educatrice norvegese, che mi ha aperto gli occhi. Ho imparato l’importanza di tre cose fondamentali: umiltà, rispetto e ascolto. Così sono andata avanti tra lavoro, canile, aggiornamenti professionali e seminari fino a che non mi sono imbattuta nel Tellington TTouch». 

Un metodo che fonda le sue radici nella Feldenkrais, tecnica nata negli anni 50 rivolta agli esseri umani e che si basa proprio sulla consapevolezza dei movimenti e dell’ascolto del corpo secondo la massima “se sai cosa fai, puoi fare quello che vuoi”. «Tellington è il cognome di Linda, colei che ha ideato il metodo negli anni 80 iniziando ad applicarlo ai cavalli. Touch significa contatto, mentre la prima T sta per “trust”: fiducia – continua la dog trainer genovese – La cosa bella di questa tecnica è che chi lo fa riceve tanto quanto chi lo sta ricevendo. Il TTouch ci aiuta ad essere presenti perché dobbiamo pensare cosa può aiutare il cane a “cambiare” insieme a noi». Oltre al contatto fisico, ci sono anche i bendaggi: «Possono essere usati in diverse parti del corpo e servono a dare consapevolezza, calmare in caso di stress, migliorare l’equilibrio e la postura. Un esempio pratico: aiutano tanto i cani che soffrono la macchina». 

A Genova si è creata una vera e propria “scuola di pensiero TTouch”: «Ci sono anche altre tre educatrici cinofile a praticarlo: Carlotta Nicelli, Milly Boccardo e Michela Mensi. Per fare una seduta di TTouch a B Dog, ma anche a domicilio, basta prendere un appuntamento. Costa 40 euro e chiediamo l’iscrizione alla nostra associazione». 

Il mondo dei cani e degli umani è un universo di emozioni che si completano. Ecosistemi differenti che cercano costantemente di comunicare. Ci sono due specie diverse che convivono da sempre e ancora non si conoscono se non nell’intimità di una condivisione senza parole. La prospettiva, per nostra impostazione, è sempre quella umana e un metodo come quello che oggi la Biedi insegna è una nuova alternativa per entrare in contatto con le sensazioni dell’animale superando le barriere del linguaggio e mettendo in pratica un confronto ineluttabile e che non può mentire: il contatto fisico, l’approccio di corpi che si incontrano e, con dolcezza, finalmente si parlano. 

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