La cappa di smog ci soffoca, i ghiacciai si sciolgono, cemento e fabbriche ci avvelenano e la reazione è una caccia generale al «polmone verde» in città. Ormai il giardino è diventato un must per chi cerca o rinnova casa e la risposta è un’arte in crescita, un settore dell’architettura dedicato proprio alla progettazione di giardini «su misura».Elisa Bottaretto, padovana, si è laureata in Architettura allo Iuav di VeneziaElisa Bottaretto, padovana, si è laureata in Architettura allo Iuav di Venezia

Ma come arrivarci? «Bisogna affidarsi a un professionista—spiega Elisa Bottaretto, architetto padovano e Garden designer — la progettazione di un giardino deve partire da un sopralluogo accurato dell’area indicata e del contesto nel quale è immersa, cioè urbano, marittimo, collinare o montagnoso. Si deve valutare se il suolo è pianeggiante o presenta differenze di quota, se ci sono visuali da schermare o invece da mettere in evidenza, magari per la presenza di elementi architettonici o paesaggistici di rilievo. Per scegliere le piante più adatte è indispensabile tenere conto del clima, di punti particolarmente esposti ai venti, del tipo di terreno e di chi vivrà questo spazio. È necessario conoscerne lo stile di vita, se abbia animali o esigenze particolari come aree gioco per i bambini o il desiderio di una zona per prendere il sole, leggere, coltivare l’orto». Vanno studiati l’arredamento interno e lo stile esterno della casa, per capire i gusti della persona e dare continuità al progetto.

Il giardino

Dopodiché si passa alla definizione del tipo di giardino: formale o informale, classico, moderno o «country», scegliendo piante, arredi e illuminazione adeguati. «Un errore molto comune è di riempire troppo soprattutto i piccoli giardini—avverte Bottaretto— ma se arrediamo la casa con un mobile questo non cresce, una pianta sì. Il rischio è di ritrovarsi un “bosco” dopo qualche anno e dover rivederne una parte. Per le piante una crescita sacrificata implica poi un maggior rischio di ammalarsi. Ecco perché sceglierne un tipo che ci piace ma che non si adatta al clima o al terreno a disposizione significa ritrovarsi con piante dall’aspetto sempre debilitato e particolarmente esposte agli attacchi di funghi e insetti. Altrettanto importante è personalizzare il polmone verde — aggiunge l’architetto—negli anni abbiamo visto il passaggio di mode che hanno affollato i giardini di palme, olivi, siepi di cipressi Leylandii o di Photinia, rendendoli tutti uguali, senz’anima».

Animali e piante

Un altro aspetto da considerare è la presenza di un animale domestico. «Bisogna giungere ad un compromesso, difficilmente un cane lascerà un giardino perfetto. Se lo spazio lo consente l’ideale è dedicargli una zona, altrimenti bisogna optare per piante più rustiche, mantenere parti erbose calpestabili che aiutano l’assorbimento degli acidi e degli odori e creare un settore più morbido dove il cane possa scavare buche o fare i propri bisogni». Attenzione alle piante comuni ma pericolose per gli animali domestici, come aglio, agrifoglio, aloe, anturio, azalea, begonia, calla, crisantemo, edera, ficus, filodendro, ciclamino, glicine, ippocastano, mughetto, oleandro, ortensia, primula, ranuncolo, rododendro, stella di Natale, vischio.

La clientela

Chi sono i più interessati al «polmone verde a portata di mano»? «La clientela è la più svariata: famiglie, giovani coppie, aziende per giardini di rappresentanza, appassionati del “fai da te” bisognosi di suggerimenti per una disposizione appropriata ». È un progetto alla portata di tutti? «Esiste una vasta gamma di scelta, che comprende arredi, illuminazione, piante a pronto effetto ma più costose o piantine meno care che con pazienza cresceranno — chiude Bottaretto —. Meglio stabilire subito un budget con il progettista»

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