Le estrazioni dentali sono un atto chirurgico vero e proprio, al quale spesso bisogna ricorrere per risolvere alcune patologie della bocca. Con il termine estrazione si intende la perdita irreversibile del dente. Esistono anche altre tecniche conservative per salvare il dente, ovviamente da valutare in ogni singolo caso, che però comportano una serie di cure pre e post-operatorie e domiciliari che solitamente i nostri animali domestici accettano con difficoltà e che non tutti i proprietari sono disposti a praticare.

Il paziente va preparato alla procedura come per un normale intervento chirurgico, eseguendo una visita anestesiologica pre-operatoria e degli esami del sangue per stabilire lo stato di salute, oltre a tutti gli esami diagnostici che si riterranno necessari per sottoporlo all’anestesia generale in sicurezza.

 denti cane

Per ciascun paziente sarà stabilito l’iter anestesiologico più idoneo al caso. L’anestesia generale prevede comunque l‘incannulamento di una vena periferica e l’intubazione dell’animale per garantire la pervietà delle vie aeree e un buon monitoraggio. Verrà anche somministrato per via endovenosa un antibiotico.

Prima di procedere alle estrazioni dentali, può essere necessario eseguire alcune radiografie, inoltre si disinfetterà la bocca con clorexidina in soluzione acquosa e si provvederà a detartrasi accurata di tutti gli elementi dentali per poter poi lavorare su un campo il più possibile pulito.

Le tecniche estrattive possono essere suddivise in non chirurgiche e chirurgiche; le prime per i denti da latte e quelli permanenti con una sola radice) prevedono la lussazione del legamento parodontale e l’estrazione del dente, senza ricorrere a tecniche più complesse di alveolotomia, di divisione della corona in più parti, ecc., mentre le estrazioni chirurgiche richiedono un iter più particolare.

Le estrazioni chirurgiche partono infatti dalla formazione di un lembo mucogengivale per rendere visibile la porzione di osso da asportare (alveolotomia), necessaria per visualizzare, mobilizzare ed estrarre completamente le radici, senza provocarne la frattura. Le radici del dente (nei denti pluriradicati) vanno separate tra di loro con frese. A questo punto si può estrarre interamente il dente. Seguirà poi l’alveoloplastica, con cui si modellano i contorni dell’osso alveolare che conteneva il dente eliminando le zone appuntite e si rimuovono infine i detriti.

Alla fine si procede a sutura della gengiva con filo non riassorbibile, che può essere completa oppure parziale nei casi in cui si riscontra infezione parodontale o dell’apice dentale.

Verrà disinfettata ulteriormente l’area trattata e se necessario si eseguiranno delle radiografie postoperatorie di controllo.

Alcuni denti o patologie richiedono tecniche di estrazione peculiari e particolare accortezza. Per esempio l’estrazione dei denti decidui, dei canini, dei denti con anchilosi e l’estrazione delle radici, dei denti pluriradicati.

pinza estrazione

L’estrazione dei denti con più radici (ad esempio l’estrazione del I° molare inferiore e del I° molare superiore) è impossibile senza che la corona sia stata suddivisa in tante parti quante sono le radici. Tale suddivisione deve essere praticata con delle frese montate su turbina. Una volta praticate le divisioni necessarie, si procede alla lussazione della varie porzioni con elevatori dentali fino ad ottenere una buona mobilizzazione di tutti i frammenti dentali per poterli estrarre agevolmente.

Le patologie più frequenti che portano ad eseguire le estrazioni dentali sono:

– Malocclusioni: quelle che provocano danni ai tessuti molli (palato, gengiva e labbra) possono essere risolte estraendo i denti che creano il problema, qualora non possano essere intraprese correzioni ortodontiche efficaci.

Denti in soprannumero e denti da latte persistenti che causano sovraffollamento, favorendo l’apposizione di placca e tartaro, difetti di chiusura (malocclusioni).

Malattia parodontale: si tratta, probabilmente, della malattia più frequente nel cane e anche ben rappresentata nel gatto. Questa condizione patologica porta a mobilità dentale e l’estrazione dei denti colpiti si rende necessaria negli stadi avanzati della malattia, oppure quando il proprietario non riesce a praticare l’igiene orale quotidiana al proprio animale.

Stomatite cronica felina: questa patologia, quando la terapia medica e le misure d’igiene orale rigorose non hanno successo, può essere controllata con l’estrazione di tutti i denti, risparmiando se possibile i canini.

– FORL nel gatto: quando la FORL è oltre il I° stadio bisogna prendere in considerazione l’estrazione dei denti coinvolti.

– Stomatiti croniche nel cane: tutti i cani possono presentare gravi fenomeni di infiammazione dei tessuti molli della bocca legati alla presenza della placca dentale. Anche in questo caso, se la patologia non è controllabile con misure mediche associate a igiene orale rigorosa, è consigliabile l’estrazione dentale dei denti coinvolti.

– Fratture della corona del dente che coinvolgono la radice creando tasche parodontali con infezione: è necessario valutare se la tasca che si verrà a creare sarà gestibile con la sola igiene orale domiciliare altrimenti è meglio optare per l’estrazione del dente.

– Fratture della radice: bisogna valutare a che altezza è colpita la radice; le fratture del terzo mediale e del terzo coronale della radice generalmente impongono l’estrazione o, in alternativa, la terapia canalare della radice che viene lasciata in sede. Quando invece la frattura interessa il terzo apicale della radice l’estrazione non è sempre necessaria.

– Carie: si tratta di una patologia poco frequente nel cane e inesistente nel gatto; quando non è possibile un trattamento conservativo, bisogna considerare l’estrazione dei denti cariati.

Alcune estrazioni possono essere complicate dalla disposizione dei denti; le radici possono essere anomale (curve, soprannumerarie o anchilotiche, cioè fuse all’osso), ecc. . Queste situazioni particolari devono essere preventivamente valutate con uno studio radiografico della bocca prima di procedere alla chirurgia. Altre complicanze sono la frattura della corona e della radice del dente da estrarre ed emorragie di difficile gestione. La procedura di estrazione deve essere comunque effettuata da un veterinario esperto in dentistica per ridurre le complicanze.

La gestione postoperatoria degli animali che hanno subito estrazioni dentali è da comparare a quella prevista per tutti i pazienti chirurgici: è necessario mantenerli in un ambiente caldo e confortevole, somministrare antidolorifici adeguati alle manovre chirurgiche eseguite e favorire al più presto la ripresa dell’alimentazione spontanea. Se necessario saranno somministrati antibiotici e antinfiammatori.

A casa poi i proprietari dovranno eseguire le cure di igiene dentale quotidiane prescritte dal veterinario dentista alle dimissioni. Verranno inoltre stabiliti dei controlli post-operatori, in cui verranno eventualmente rimossi i punti di sutura.

 

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