DEA è l’acronimo (Dog Erythrocyde Antigen) con il quale vengono classificati i gruppi sanguigni nei cani. I gruppi sanguigni sono determinati dalla presenza o assenza di alcune particelle specifiche (antigeni di superficie) presenti sulla membrana dei globuli rossi.

All’interno dello stesso soggetto sono stati isolati più antigeni di superficie.

L’antigene più studiato e descritto è il DEA 1.1, e da il nome al gruppo sanguigno per il quale vengono testati i cani. E’ l’unico antigene ad avere un’importanza clinica essendo il più immunogeno; ovvero è l’unico gruppo che se trasfuso a un soggetto non compatibile può dare origine a reazioni post trasfusionali molto gravi.

Quindi la ricerca dei gruppi sanguigni nel cane è fatta determinando l’appartenenza o meno al gruppo DEA 1.1.

gruppo-sangue-cane

Riassumiamo in una tabella la frequenza con la quale si presentano gli antigeni dei globuli rossi nei cani:

gruppi-sanguigni-nel-cane

E’ stato recentemente scoperto un antigene di superficie specifico della razza Dalmata (Dal), anch’esso altamente immunogeno in grado di scatenare reazioni immunitarie di tipo emolitico.

La determinazione del gruppo sanguigno del donatore e del ricevente è molto importante, grazie a questa possono essere evitate le principali reazioni post-trasfusionali. E’ possibile effettuare la tipizzazione del gruppo grazie ad alcuni test che possono essere eseguiti in un laboratorio specializzato.

La determinazione del DEA 1.1 è quindi essenziale dal momento che è il gruppo più immunogeno, ovvero quello che può creare più problemi di tipo clinico.

Oltre la determinazione del gruppo sanguigno, sarebbe una buona pratica effettuate anche il così detto cross-match (o reazione crociata). E’ un altro test di laboratorio che esprime in vitro l’eventuale presenza di anticorpi sierici del donatore diretti contro i globuli rossi del ricevente.

E’ un esame che può essere omesso in situazioni di particolare emergenza, ove non ci sia tempo per effettuarlo, ma bisogna comunque prenderlo in considerazione.

Si articola in due prove:

  • Prova major: si fanno reagire il siero del ricevente con i globuli rossi del donatore. Una positività sta a significare che il destinatario possiede nel suo organismo anticorpi diretti contro i globuli rossi del donatore. In questo caso sarebbe opportuno cambiare donatore perché possono verificarsi reazioni trasfusionali, o comunque il globuli rossi trasfusi verrebbero distrutti nel giro di poche ore e la trasfusione risulterebbe quindi inefficace.

  • Prova minor: si fanno reagire il siero del donatore con i globuli rossi del ricevente. Un risultato positivo significa che il siero del donatore ha anticorpi diretti contro i globuli rossi del ricevente. Sarebbe preferibile cambiare donatore anche in questo caso, anche se le reazioni tendono a essere meno gravi.

A cura della dott.ssa Noemi Faccoli della Clinica Veterinaria Borgarello.

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