Stilata la lista delle 40 razze vietate: nessuna deroga per i cani guida

Un cinese posa in compagnia dei suoi due Tibetan Mastiff

La diffusione degli animali da compagnia preoccupa la Cina che ora corre ai ripari riproponendo una versione animale alla politica del “figlio unico”. La legge per il controllo demografico, che imponeva alle famiglie di avere al massimo un figlio, è stata riesumata e ripristinata per tenere sotto controllo la diffusione dei cani. Nella città di Qingdao, che conta oltre 9 milioni di abitanti, è ufficialmente vietato avere più di un animale per famiglia. L’amministrazione, che ha pubblicato anche un manifesto nel quale sono state indicate 40 razze considerate pericolose – e dunque vietate – obbliga inoltre i proprietari a vaccinare i propri animali, a dotarli di chip, a iscriversi a un’anagrafe che riporti i dati dei quattro zampe e dei loro padroni e a versare una tassa, “una tantum”, di 400 yuan.

Le 40 razze vietate

Divieto di razza valge anche per i cani guida

Poche le eccezioni previste alla politica del “cane unico” e delle razze “bandite”. Non saranno risparmiati neppure i cani guida o quelli specializzati nelle operazioni di soccorso. Unico dettaglio positivo è dato dal fatto che la disposizione non è retroattiva, pertanto le famiglie già in possesso di 2 o più cani potranno continuare a tenere quelli in soprannumero. Ma perché questa assurda decisione? Le autorità di Qingdao, metropoli situata nella provincia settentrionale dello Shandong, spiegano come l’“anarchia” dei sempre più numerosi cinofili cominci a essere un vero disagio per la collettività. “Troppi cani aggressivi provocano incidenti – si legge sulle pagine del quotidiano Beijing Xinwen (Pechino Notizie) – e inoltre c’è un serio problema di igiene pubblica”.

Uno stratagemma per fare cassa

Qingdao non è l’unica metropoli della Repubblica Popolare ad aver posto dei limiti riguardo agli animali da compagnia. Iniziative che hanno obiettivi similari anche a Chengdu, Harbin, Zhuhai, Changzhou e Nanchang. In ognuna di queste municipalità sono state predisposte delle limitazioni di tipo diverso. Una delle più curiose risulta quella lanciata a Harbin dove i divieti riguardano i cani più alti di 50 centimetri al garrese. Vi sono poi amministrazioni che hanno ritenuto opportuno disincentivare la diffusione degli animali da compagnia attraverso sanzioni che costringeranno tanti a liberarsi di Fido. Per i trasgressori, sono previste infatti multe che vanno da un minimo di 500 yuan (65 euro) fino a un massimo di 2.000 yuan (corrispondenti a 262 euro).

Fido non si abbandona, cittadini pronti ad aggirare la legge

Questa norma, inutile dirlo, ha fatto infuriare i tantissimi proprietari che ritengono l’iniziativa del governo uno stratagemma atto semplicemente a fare cassa. La stampa cinese, che ha intervistato dei cittadini per capire cosa pensassero dei nuovi divieti, evidenzia la volontà di tanti di aggirare il divieto, chiedendo a conoscenti senza cane di fungere da prestanome per registrare il proprio cane “non autorizzato”.

9 giugno 2017

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