L’imbrattamento con escrementi animali dei muri esterni dell’abitazione modenese dell’europarlamentare del Pd Cecile Kyenge sarebbe legato a una sorta di ripicca tra vicini e non a un gesto razzista. A dirlo – come riporta l’edizione locale e nazionale de «Il Resto del Carlino» – è un residente di Gaggio di Castelfranco dove ha casa l’ex ministro dell’Integrazione, di origine congolese, storica promotrice della legge sullo ius soli e più volte vittima di pesantissimi insulti a sfondo razziale. «Non si è trattato di atto xenofobo – rivela l’uomo, che resta anonimo, al quotidiano – ma di un gesto di esasperazione verso un atteggiamento incivile. Me ne scuso, ma certe volte quando sale la rabbia cedi a reazioni spropositate. Perché l’ho fatto? Semplice: suo marito non raccoglie mai le deiezioni del loro cane di grossa taglia e all’ennesimo episodio non ci ho visto più dalla rabbia, ho rimosso le feci e le ho gettate nel giardino».

«Le feci sulla ciclabile o sulla strada»

Un comportamento, quello dell’uomo, che riconduce l’atto nel novero dei rapporti di vicinato e non nell’attacco diretto a Kyenge stigmatizzato, nei giorni scorsi, da più parti di ogni orientamento politico. «Finché l’animale fa le sue cose in mezzo all’erba – racconta il vicino di casa dell’ex ministro – può anche passare, ma il discorso è diverso quando ci ritroviamo le feci sulla ciclabile o sulla strada dove camminiamo coi nostri bambini. È da tempo che accade la stessa cosa e sinceramente non sono l’unico ad essermi stancato».

Kyenge: «Nessuna lite con i vicini: è un gesto di odio»

«Un tentativo di attribuire al nostro cane le responsabilità di un gesto d’odio compiuto proprio contro di me e la mia famiglia. Queste nuove interpretazioni emerse oggi mi addolorano ulteriormente, essendoci sempre comportati correttamente con i nostri vicini». Così, in una nota, l’europarlamentare del Pd, Cecile Kyenge, commenta la «spiegazione» data dal cittadino di Gaggio di Castelfranco. «Mi sento in obbligo di inviare questo comunicato a seguito dell’informazione diffusa dalla stampa – osserva Kyenge – relativa a presunte liti di vicinato che avrebbero portato qualcuno dei nostri vicini a compiere episodi delittuosi di spargimento di escrementi sui muri e sui cancelli della nostra casa. Sono a confermare, per quanto riguarda la mia famiglia, il buon rapporto che intratteniamo con i nostri vicini, molti dei quali vivono insieme a noi dalla nascita di questa zona residenziale di Gaggio, intrattenendo fin dal primo giorno rapporti eccellenti con noi». Quindi, prosegue l’esponente del Pd, «a memoria mia e di tutta la nostra famiglia, non abbiamo ricordo di liti con i nostri vicini e non abbiamo il sospetto che qualcuno, nel nostro quartiere, possa avercela con noi in generale, ed in particolare a proposito del nostro cane Zibi, tanto da raccogliere presunti escrementi di quest’ultimo in giro e rilanciarceli sui muri e sui cancelli». Pertanto, si legge in un altro passaggio della nota, «mi pare un tentativo di attribuire al nostro cane le responsabilità di un gesto d’odio compiuto proprio contro di me e la mia famiglia. Queste nuove interpretazioni emerse oggi mi addolorano ulteriormente, essendoci sempre comportati correttamente con i nostri vicini. Come già detto – puntualizza Kyenge – ho sporto regolare denuncia presso le autorità competenti, e intendo lasciare a loro la decisione di intraprendere accertamenti ed indagini affinché le responsabilità siano stabilite sulla questione».

16 aprile 2018 (modifica il 16 aprile 2018 | 16:24)

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