Jesper fa di tutto: scia, nuota, e si orienta nella foresta della sua nativa Norvegia. Tutto normale, se non fosse che il soggetto appassionato di attività all’aria aperta è un gatto.

Il felino di tre anni di razza mista è diventato una celebrità online dopo che la sua proprietaria, Aina Stormo, di Hedmark, ha postato un video del suo gatto che, come un cane da slitta, la trascina sugli sci da fondo lungo una pista innevata.

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I social media sono andati in visibilio per l'”incredibile” felino, che fa sembrare qualsiasi altro gatto di casa un incallito pantofolaio. L’etologa californiana Jill Goldman, invece, non sembra affatto stupita. “Se ha le qualità fisiche per queste attività, come il pelo lungo, e si è adattato un po’ alla volta a svolgerle, non mi soprende che questo gatto scii assieme alla sua padrona”, dice Goldman.

In altre parole, i gatti domestici sono creature altamente adattabili, se vengono addestrati in giovane età. Stormo, che ha adottato Jesper da piccolo, ha scoperto molto presto che era facile

coinvolgerlo nelle attività all’aperto della sua famiglia, come appunto lo sci di fondo o montare a cavallo.

“Volevamo continuare a vivere come facevamo prima del suo arrivo, e con Jesper con noi tutto è più divertente!”, racconta Stormo. Abituare il gatto a viaggiare e a stare all’aperto è stato solo l’inizio; dopodiché Stormo ha iniziato a usare anche con Jesper le stesse tecniche di addestramento che aveva impiegato con i suoi cani.

Ad esempio, quando Jesper segue le indicazioni di Stormo, lei lo premia con parole dolci o un bocconcino. “Non lo punisco mai quando si comporta male, mi limito a ignorarlo”, spiega.

Addestrato all’avventura
Ma si può trasformare un gatto in un patito dell’avventura? Per Goldman è un’ottima idea. “È uno stimolo, è esercizio fisico, naturalmente se messo in pratica con le dovute cautele”, ad esempio non esponendo il gatto a climi estremi e assicurandolo con un guinzaglio apposito. “Il primo passo è abituare gradatamente il gatto a stare all’aperto in modo sicuro, ad esempio portandolo in uno zaino, in modo che possa iniziare a guardarsi intorno e ad annusare l’ambiente”.

Goldman concorda con Stormo che il metodo migliore è quello di premiare l’animale e di non punirlo, perché “ciò metterebbe a repentaglio il rapporto uomo-animale. Gli animali hanno bisogno di fidarsi di noi, ma se facciamo loro del male non si fideranno”.

Il momento di fermarsi
Stormo racconta di lavorare con Jesper solo per periodi di tempo limitato, e si ferma prima che il gatto si stanchi. Non è sempre facile, dice: “Se non ha voglia, non c’è verso di insistere”.

E se il vostro gatto scappa dallo zaino, ad esempio, lasciate perdere: vuol dire che non è interessato. Persino un tipo avventuroso come Jesper ha i suoi limiti: nel video a un certo punto “si capisce che ne ha abbastanza e si accascia, aspettando che la padrona lo prenda in braccio”, dice Goldman. “Quando si ha a che fare con un gatto, non c’è spazio per l’ambiguità”.

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