Il mese di settembre appena terminato è il periodo dell’anno che l’America dedica alla celebrazione dei cani guida, esemplari laboriosi e molto intelligenti. Le razze solitamente impiegate sono quelle più note come Pastore Tedesco, Labrador e Golden Retriever, apprezzate per le capacità di totale fedeltà e autocontrollo nei momenti più difficoltosi. Anomalo quindi immaginare una razza spesso evitata o stigmatizzata, come quella dei Pit Bull, utilizzata nell’assistenza alle persone disabili.

Il cane Jericho è in questo una felice e positiva novità: la sua è una di quelle razze di cani spesso osteggiata e ingiustamente considerata pericolosa. Utilizzata erroneamente per i combattimenti clandestini e frutto di svariati incroci genetici pilotati. Per questo, in alcune zone degli USA, i Pit Bull vengono abbandonati o recuperati per finire in canile e inseriti nel triste percorso per la soppressione. L’associazione Animal Farm Foundation da anni si batte perché vengano sconfitti i luoghi comuni che rovinano la reputazione di questi animali. Dal 1985 lavora accuratamente perché questa razza possa ottenere lo stesso trattamento riservato a tutte le altre, affiancando i cani sin dal primo incontro per educarli e addestrarli a compiti diversi dallo sfruttamento e l’abuso. Ad esempio impiegandoli come cani guida o di assistenza per disabili.

Jericho è un esempio positivo di questo tipo di salvataggio, il cane è diventato la guida di Matthew Smith, costretto sulla sedia a rotelle da più di 20 anni. Come conferma lo stesso uomo, il cane è un prolungamento fisico del suo corpo, lo aiuta e lo anticipa nel momento del bisogno. Ma è anche un supporto emotivo senza pari, grazie alla sua presenza Matthew esce più volentieri e riesce a superare l’ansia legata agli ambienti non familiari.

Per me uscire senza di lui al mio fianco mi produce disagio, come se fossi nudo. Siamo partner. Lui è consapevole del suo compito, ovvero prendersi cura di me, e lo svolge con tutto il suo cuore.

La presenza del cane rende le giornate meno stressanti e favorisce la socializzazione, i due sono molto attivi e condividono passeggiate, battute di pesca e anche le vacanze. Come sostiene Apryl Lea, addestratrice presso la fondazione:

I cani incidono quotidianamente sulla vita delle persone. Un cane guida agisce positivamente sul cambio di vita di un disabile. Aiutare quest cani a trasformare la loro vita, illuminando il percorso dal rifugio fino alla salvezza, è molto gratificante.

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1 ottobre 2015

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