Roma, 26 gennaio 2017 – Il nostro paese è sempre più solidale con gli animali, lo testimonia il nuovo Rapporto Eurispes, presentato oggi a Roma: in fatto di scelte alimentari e di rapporto con gli animali domestici, gli italiani sembrano sempre più sensibili.   

In tema di preferenze alimentari, il Rapporto Eurispes 2017, fotografa l’aumento di coloro che scelgono di alimentarsi senza ingredienti animali: i vegani, infatti, salgono al 3% (erano il’1%) triplicando il dato dello scorso anno. E così oggi i vegani in Italia sarebbero circa 1.800.000.  
“Un dato importante, ma non è una sorpresa: i segnali, infatti, sono evidenti, basta considerare l’aumentata offerta di prodotti vegani nella grande distribuzione, segno di un’accresciuta domanda e di un’opportunità di sviluppo per le imprese del food”, afferma la LAV.  

Il 7,6% del campione citato da Eurispes segue un’alimentazione vegetariana o vegana. In particolare, il 4,6% degli intervistati si dichiara vegetariano (-2,5% rispetto al 2016). Il punto nuovo, oltre ai numeri è rappresentato dalla diminuzione dei vegetariani (che scelgono di non consumare carne e pesce) a favore dei vegani (che scelgono di non consumare alcun tipo di alimento di origine animale), ovvero una pratica alimentare più coerente e dai molteplici benefici per la salute nostra e del pianeta.  

“Probabilmente assistiamo al passaggio di molti vegetariani all’alimentazione vegana, una scelta che riscuote una sempre maggiore attrattiva. Si tratta di un chiaro segno di come aumenti la consapevolezza dello sfruttamento degli animali a tutti i livelli di produzione dei cibi, favorita dal lavoro costante – attuato anche dalla nostra associazione, ormai da 40 anni – per informare e sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla realtà degli allevamenti, su tutto ciò che comporta la produzione di latte, uova e derivati, fino alla disponibilità di tanti ingredienti e prodotti alimentari senza contenuti di origine animale”, prosegue la LAV. 
Rispetto alla motivazione: il 31,7% del campione ha scelto di alimentarsi senza carne per rispetto degli animali; Il 12% è mosso da motivazioni di tutela ambientale e il 47,6% dei vegetariani/vegani ha fatto questa scelta consapevole dei benefici delle proteine veg rispetto a quelle animali.   

Quest’ultima cifra rappresenta una scelta avvalorata, ancora una volta, dalla recente Posizione dell’ADA (Academy of Nutrition and Dietetics) – la principale organizzazione dei professionisti dell’alimentazione e della nutrizione degli USA, con quasi 67.000 membri – che conferma come le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, siano salutari, nutrizionalmente adeguate e possano apportare benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie, oltre ad esser adatte in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi la gravidanza, l’allattamento, la prima e la seconda infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, per gli anziani e per gli atleti.(http://bit.ly/2kwlSSk). La sempre più diffusa tendenza ad alimentarsi con maggiore responsabilità è l’identificazione di come questo nuovo modo di mangiare sia il passo necessario per avviarsi verso un futuro migliore per tutti, contribuendo anche ad evitare catastrofi climatiche e sociali.

Il Rapporto fotografa un’Italia solidale con gli animali: il 22,1% del campione ha preso un cane da un canile, il 30,4% ha adottato un animale abbandonato. Il 33% degli intervistati ha almeno un animale domestico in casa, a conferma di una consolidata amicizia e di una relazione familiare che ha esteso i suoi confini ai quattro zampe.

Nelle nostre case ci fanno compagnia soprattutto cani (62%) e gatti (40,8%). Purtroppo il 48,5% degli italiani vede ridotta la propria capacità di spesa, con tagli anche alle spese per animali domestici (32,3% +6,4%).

E se emerge che il settore scientifico deve impegnarsi maggiormente ed essere più attivo su aspetti etici e sociali, duole verificare che ad un tema dalle molteplici implicazioni come i cambiamenti climatici, il Rapporto dedichi appena 9 righe di testo. 

“Eppure responsabilità individuali e collettive, scelte politiche e produttive – con gli allevamenti tra i principali responsabili del cambiamento climatico in atto – rendono questo tema di grandissima attualità, ora e per le generazioni future”, conclude la LAV.
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