Mercoledì, 27 Gennaio 2016 14:38

pesce pescato siciliaLa Capitaneria di Porto era legittimata agli accertamenti. Il Dipartimento Veterinario non poteva annullarli.
Nel 2013 il dipartimento veterinario della Asp palermitana annullava 39 verbali di illecito amministrativo firmati dalla Capitaneria di porto di Palermo per violazioni in materia di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti della pesca nel settore della ristorazione. Il Dipartimento adduceva la «non competenza della Capitaneria a eseguire detti controlli e adottare provvedimenti sanzionatori sulla rintracciabilità, perché non autorità competente». Ma “tutti gli organi interessati”- faceva  notare in una interrogazione del 2014 l’On Francesco Ribaudo– “si sono espressi favorevolmente sull’operato dei militari, riconoscendone e dunque legittimandone le competenze”. Anche il TAR Sicilia, su un ricorso mirato promosso dall’Avvocatura dello Stato, ha pronunciato la sentenza n. 2261/2013 del 23 gennaio 2014 a favore delle competenze della capitaneria. Tuttavia, alla data dell’interrogazione, “la direzione aziendale della ASP di Palermo non risulta avere adottato alcuna misura urgente in esito alla predetta sentenza del TAR Sicilia e nei confronti all’operato del dipartimento veterinario”- fa notare il parlamentare che chiede al Governo di intervenire “a tutela della pubblica amministrazione, dei consumatori, degli allevatori e dei siciliani tutti”.

Il Sottosegretario Vito De Filippo ha riposto ieri in Commissione Affari Sociali. Acquisite informazioni dalla Procura, il Sottosegretario ha riferito che “anche che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha definitivamente chiarito la legittimità degli accertamenti posti in essere dall’Autorità Marittima” e che per lo stesso Ministero della Salute “non sembra possibile dubitare della piena legittimità degli accertamenti effettuati”. Con la sentenza del TAR Sicilia n. 645 del 2015, depositata in data 11 marzo 2015, il Tribunale ha risolto in senso positivo «la questione della legittimazione ad agire della Direzione Marittima e della Capitaneria di Porto di Palermo» e la legittimità dell’accertamento in sede ispettiva, da parte del personale delle Capitanerie di Porto, dell’assenza dei documenti sulla tracciabilità del pescato.
La sentenza si trova ora presso la Procura Regionale della Corte dei Conti per gli eventuali profili di responsabilità amministrativa e/o danno erariale.

In replica, l’On Francesco Ribaudo ha precisato che il TAR ha accolto il ricorso presentato dal Ministero dei Trasporti contro l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, sottolineando che “sarebbe stato preferibile un intervento delle autorità ministeriali, per fronteggiare tempestivamente le palesi violazioni che hanno comportato rischi per la salute in relazione alla mancata tracciabilità di pesce e carne destinati al consumo umano, piuttosto che attendere gli interventi della magistratura”.

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