L’articolo 16 del Codice deontologico dei medici veterinari – Dovere di assistenza – testualmente recita “Il Medico Veterinario ha l’obbligo, nei casi di urgenza ai quali è presente, di prestare le prime cure agli animali nella misura delle sue capacità e rapportate allo specifico contesto, eventualmente anche solo attivandosi per assicurare ogni specifica e adeguata assistenza.

E invece un medico veterinario investe un cane e se ne va. E’ accaduto giovedì sera a Milano. Il cane è deceduto. 

Sul posto interviene una pattuglia della polizia locale, su segnalazione dei passanti. Poi la sconcertante scoperta: l’automobilista che ha investito l’animale e ha tirato dritto è una veterinaria milanese. 

Eppure anche il Codice della Strada è categorico: chiunque “in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali”.

E poi c’è la coscienza morale, la capacità di distinguere il bene e il male e di agire di conseguenza, che dovrebbe sempre guidare le condotte di ognuno indipendentemente da Codici e leggi.

La veterinaria non si sarebbe accorta di niente, ha dichiarato. Ma come è possibile investire un cane senza avvertire un urto? E perché almeno per principio di precauzione o per verificare eventuali danni alla macchina non fermarsi?

Chiediamo all’Ordine dei Medici Veterinari di Milano di fare piena luce sulla vicenda e di prendere i dovuti provvedimenti.

Intanto l’Organo di Polizia che ha accertato deve sanzionare potrà sanzionare in base al Codice della Strada, ma se verrà provato che un soccorso poteva salvare l’animale è possibile che ci siano responsabilità anche penali.

Ilaria Innocenti
Responsabile Area Animali Familiari

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