Martedì, 10 Novembre 2015 14:16

COLETTO luca sanita venetoSull’inquinamento da PFAS (sostanze perfluoro alchiliche) la Regione Veneto dispone anche il prelievo a campione sugli animali e sugli alimenti.
“Fatti tutti i monitoraggi su inquinamento da Pfas sia su uomini che su animali e alimenti. Esiti inviati a istituto superiore di sanita’ “per vaglio scientifico e individuazione eventuali altre azioni”. Lo sottolinea l’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, in relazione alle preoccupazioni circolanti circa la contaminazione da queste sostanze di animali e alimenti.

Coletto aggiunge che “le conseguenze dell’inquinamento da Pfas in alcuni Comuni delle Ullss Ovest Vicentino, Vicenza, Monselice, Verona e Legnago, determinate da uno sversamento aziendale di competenza della Magistratura, sono costantemente monitorate dai tecnici della Regione. I campionamenti sono già stati tutti inviati all’Istituto Superiore di Sanità, con il quale collaboriamo sin dall’inizio della vicenda, per avere e concordare una valutazione di rischio e le eventuali contromosse da prendere”.

“Dopo aver immediatamente messo in sicurezza tutti i sistemi acquedottistici che prelevano le acque superficiali e sollecitato con insistenza i titolari di pozzi privati a fare le analisi – ricorda Coletto – abbiamo messo in atto due approfondimenti significativi, sulle persone, sugli animali e sugli alimenti, proprio perché non deve esserci nemmeno un’ombra di dubbio”.

L’Assessore specifica che si tratta di un monitoraggio con prelievo di sangue effettuato alle persone residenti nell’area interessata e a persone certamente non coinvolte, in modo di avere un termine di paragone estremamente approfondito; e di prelievo altrettanto diffusi, seppur naturalmente a campione sugli animali e sugli alimenti.
“Entrambi gli esiti – dice Coletto – sono all’attenzione degli esperti del più elevato interlocutore scientifico d’Italia che è l’Istituto Superiore di Sanità. Nessuna indicazione che ne deriverà verrà sottovalutata e le azioni che verranno eventualmente indicate saranno tempestivamente messe in atto di concerto con l’Iss. Senza un’evidenza scientifica – conclude Coletto – è difficile immaginare di fare più di ciò che è già stato fatto e appena questa arriverà ci comporteremo di conseguenza. L’attendiamo in tempi molto brevi”.

Già nel maggio di quest’anno, la Regione aveva fatto partire –  con i contatti telefonici da parte delle Ullss alle persone interessate ad aderire volontariamente- lo studio di monitoraggio biologico sulla popolazione residente nelle aree del Veneto interessate dall’inquinamento delle acque da sostanze perfluoro alchiliche (PFAS), per valutare l’esposizione pregressa delle persone. Lo studio, del costo di circa 450 mila euro, è interamente coordinato e finanziato dalla Regione del Veneto, di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità.

Pfas nelle acque potabili

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