Uno dei tre cani di Umberto Salvo di Pietraganzili, un douge de Bordeaux, gli è stato accanto fino a morire soffocato accanto a lui. Gli altri due, mastini napoletani, si sono messi a vegliare nella stanza i corpi dell’uomo e del cane e hanno impedito alla polizia scientifica di effettuare i rilievi. Gli agenti si sono trovati davanti i due molossi accucciati a terra fra il corpo dell’anziano padrone e il terzo cane. I due animali non hanno fatto avvicinare nessuno, al punto che la polizia ha dovuto chiamare un allevatore di Misilmeri per farli uscire dalla stanza.

Una storia d’amore e disperazione, quella andata in scena giovedì pomeriggio nell’incendio dell’appartamento al sesto piano del palazzo di via Arrigo Boito dove ha perso la vita Umberto Salvo di Pietraganzili, soffocato dal fumo assieme a uno dei tre cani del figlio. Secondo gli investigatori, a causare l’incendio è stato molto probabilmente un corto circuito in una presa elettrica della stanza d’ingresso della casa. Il medico legale ha accertato che l’anziano è morto per aver inalato il fumo dell’incendio. Sul corpo non ci sono segni di bruciature. Il pubblico ministero non ha disposto l’autopsia e la salma è stata restituita ai due figli.

Umberto aveva 83 anni ma era costretto ancora a lavorare. Una vita travagliata che lo aveva portato alla sua età a fare il guardiano notturno. Ma non aveva abbandonato le sue due grandi passioni, il canto e i cani. Nella camera dove lo hanno trovato i vigili del fuoco c’erano microfoni, amplificatori e casse acustiche che utilizzava per cantare. Tutte attrezzature professionali ma di qualche decennio fa.. Nell’appartamento acquistato 50 anni fa con mille sacrifici Umberto viveva con uno dei due figli e con un amico di 79 anni, un uomo senza fissa dimora che aveva accolto in casa da tempo.

L’amico era in casa al momento in cui è scoppiato l’incendio e si è subito rifugiato nel terrazzino. Terrorizzato e in grave stato di shock, stava in silenzio, appoggiato alla ringhiera. Dalla finestra usciva fumo nero e lui rimaneva impassibile, non rispondeva nemmeno ai passanti che dalla strada gli urlavano di mettersi in salvo. “Era in stato confusionale, ripeteva sempre la stessa frase, era in grave stato di shock – confermano dal commissariato Libertà che sta indagando sull’incendio – Anche all’arrivo dei soccorsi è apparso completamente disorientato

e probabilmente per questo non ha avvisato subito i soccorritori del fatto che c’era una seconda persona a casa”.

L’amico della vittima è stato interrogato anche dagli agenti della squadra mobile, ma al momento è esclusa l’ipotesi di un incendio doloso. Il settantanovenne è stato ricoverato al Policlinico con una leggera intossicazione per il fumo. Le sue condizioni non sono gravi: rimarrà in osservazione per qualche giorno.

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