Le temperature elevatissime, il prolungarsi di una stagione fortemente siccitosa, i continui incendi, culminati in quello che appare avere origine dolosa e che ha praticamente distrutto il Parco Nazionale del Vesuvio, hanno indotto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a inoltrare al Governo la richiesta della dichiarazione dello stato di calamità naturale per tutto il territorio regionale.

Tra i poteri in capo a ogni Regione, però, vi è anche quello di posticipare, fino a sospendere, la stagione di caccia. La legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica lo stabilisce chiaramente: la caccia può essere vietata “per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità”.

Abbiamo quindi inviato, insieme a Lipu, Wwf, Enpa e Legambiente, una lettera al Presidente regionale De Luca, nella quale chiede esplicitamente di sospendere l’apertura della nuova stagione venatoria 2017-18 e di tutte le attività connesse (addestramento cani, preaperture), almeno fino a quando non saranno puntualmente valutate le gravi ricadute di siccità e incendi sugli animali selvatici e sull’ambiente in generale.

La LAV è da sempre contraria alla caccia, perché nulla può giustificare l’uccisione di animali indifesi per il divertimento dei cacciatori. In Campania le calamità rappresentate dalla siccità e dagli incendi legittimano ulteriormente la richiesta che la prossima stagione di caccia sia definitivamente cancellata. E se queste ragioni non fossero ritenute sufficienti, ricordiamo che la legge nazionale in materia di incendi boschivi impone che nelle aree boscate percorse dal fuoco la caccia sia vietata per dieci anni: basterebbe il rispetto di questo principio, per non sentire più uno sparo in Campania!

Massimo Vitturi
Responsabile LAV Animali Selvatici

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