Ogni giorno in Australia più di un milione di uccelli vengono uccisi dai gatti selvatici. Lo riportano le stime elaborate dal sito The Conversation. Ogni anno muoiono in questo modo più di 377 milioni di uccelli, tanto che la sopravvivenza di diverse specie native sarebbe in serio pericolo. 

L’allarme lo ha lanciato già più di un secolo fa – ancora nel 1906 – l’ornitologo A. J. Campbell. Ha notato come la comparsa dei gatti selvatici coincidesse anche con il declino della presenza degli uccelli. Per salvarli si doveva pensare al più presto a una contromossa. Ma l’appello di Campbell rimase inascoltato. 

Oggi in media un gatto australiano uccide due uccelli ogni cinque giorni. Confrontando questo dato con la presenza dei gatti selvatici in Australia, si riesce a disegnare una sorta di mappa, dove sono evidenti le zone più a rischio. 

I gatti uccidono uccelli appartenenti a più di 330 specie native, circa la metà di quelle che risiedono abitualmente in Australia. Salvarle non è semplice, perché una strategia utilizzata normalmente per gli animali a rischio – la creazione di oasi recintate – non è facile da realizzare per gli uccelli.  

Serve insomma una strategia più ampia. Una soluzione – sostiene l’ente governativo australiano che si occupa della salvaguardia delle specie a rischio – sarebbe la riduzione della presenza dei gatti selvatici, soprattutto nelle zone più a rischio. Dovrebbe però coincidere con un maggiore controllo degli animali domestici, affinché non siano lasciati liberi anche loro di andare a caccia di uccelli. 

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