risparmiL”Enpav chiederà la restituzione del taglio forzato dei consumi interni e incamerato dallo Stato. Destinazione: le pensioni degli iscritti. Lo riferisce il quotidiano Avvvenire che parla di ‘imprevisto tesoretto’ e di come l’Enpav abbia “colto al volo gli effetti della recente sentenza n. 7/2017 della Corte Costituzionale “.
La Corte ha riconosciuto la piena autonomia giuridica e gestionale attribuita dalla legge alle singole Casse dei liberi professionisti. Di conseguenza le Casse non devono essere incluse fra gli enti soggetti alla spending review, introdotta dal governo Monti per tutte le pubbliche amministrazioni (legge 135/2012).

La dichiarazione di illegittimità della imposizione dei risparmi di spesa nel settore delle libere professioni, nella misura del 15%, dà quindi titolo a tutte le Casse di richiederne il rimborso integrale, stimato complessivamente in 30 milioni di euro, e di imputarli alla loro destinazione naturale, cioè i conti individuali degli iscritti. Un beneficio immediato per i bilanci interni, comunque destinato ad incrementare il futuro assegno individuale del professionista. L’imprevisto tesoretto, che nei prossimi giorni l’Enpav chiederà formalmente di incamerare, va ad arricchire i progressi realizzati dall’ente nell’ultimo quinquennio, attraverso una gestione del patrimonio – nell’analisi del Collegio sindacale – equilibrata e sotto controllo.

È dovuto in due rate, entro maggio e ottobre, il versamento all’Enpav dei contributi minimi 2017, utilizzando i bollettini Mav. L’importo annuale ammonta a 2.727,50 euro, salvo eventuali agevolazioni, re-cupero di interessi o di contribuzione pregressa. È possibile tuttavia rateizzare il pagamento, fino a 4 oppure a 8 rate, per i veterinari che ne facciano richiesta entro il prossimo 31 gennaio. Per i giovani veterinari che non hanno compiuto i 32 anni di età, il primo anno di iscrizione all’Enpav è gratuito, nel secondo anno il contributo soggettivo minimo è ridotto del 33% e nel terzo anno del 50%. La pensione di vecchiaia scatta per tutti a 68 anni di età e 35 di contributi, ma è possibile anticiparla a partire dai 60 anni subendo però una riduzione dell’assegno mensile.

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