“Registrate tutti i vostri gatti e dotateli di microchip di riconoscimento. Poi, una volta morti, non sostituiteli”. È l’appello che il Consiglio regionale per l’Ambiente del Southland ha rivolto agli abitanti di Omaui, piccolo villaggio del sud della Nuova Zelanda, per arrivare progressivamente all’abolizione dei felini domestici dal territorio, che ospita un’oasi naturale protetta. Secondo l’amministrazione regionale, infatti, i gatti sarebbero responsabili ogni anni della morte di miliardi di esemplari di uccelli e piccoli mammiferi. Uno sterminio che minaccia la tutela della biodiversità di questo piccolo angolo di paradiso neozelandese.

La selezione naturale è il concetto alla base della teoria dell’evoluzione darwiniana. Quando due specie antagoniste entrano in conflitto, una è destinata a soccombere. È quanto successo in passato al dodo, uccello endemico dell’isola di Mauritius scomparso in breve tempo dopo l’arrivo sull’isola di portoghesi ed olandese. Ed è quanto potrebbe accadere ad alcune specie di uccelli e piccoli mammiferi ad Omaui, piccolo villaggio del sud-ovest della Nuova Zelanda, a causa dell’indole dei gatti domestici. Ecco perché l’amministrazione regionale del Southland – come racconta la Bbc – ha invitato gli abitanti della cittadina, posta al centro di un’oasi naturale protetta, a non tenere più in casa felini domestici per arrivare alla loro rapida abolizione da Omaui.

“I gatti partoriscono cuccioli meravigliosi, peccato che uccidano continuamente uccelli, insetti e rettili” ha dichiarato Peter Marra, responsabile dello Smithsonian Migratory Bird Centre, un centro di tutela degli uccelli migratori. “Tenete i vostri gatti in casa. E, una volta morti, siete pregati di non sostituirli con altri esemplari”, ha aggiunto il capo del programma regionale per la bio-sicurezza Ali Meade. Che ha precisato: “Non odiamo i gatti, ma l’ambiente deve continuare a essere ricco di biodiversità“.

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