Ha adottato un cane per impedirgli di finire sulla tavola, come spesso accade nella cucina coreana: la pattinatrice artistica su ghiaccio canadese Meagan Duhamel ha ingaggiato una vera e propria lotta contro la controversa pratica di mangiare cani, molto diffusa in Corea del Sud. Secondo quanto riportato dal The Sun, zuppa di cane verrebbe servita anche nei ristoranti adiacenti allo stadio in cui si stanno svolgendo le Olimpiadi invernali di Pyeongchang, nonostante la richiesta formale da parte del governo di eliminare il piatto dai menù.

C’è, quindi, un lato oscuro nei giochi olimpiaci di Pyeongchang ed è quello che riguarda la pratica alimentare tanto dibattuta. Per i sud coreani, però, si tratta di un’abitudine consolidata: all’anno mangiano circa due milioni di cani, soprattutto in estate. Gli attivisti hanno lanciato diverse petizioni per bandire l’utilizzo della loro carne: l’ultima campagna invitava a boicottare le Olimpiadi invernali proprio per questa causa.

Una causa che sta molto a cuore a Meagan Duhamel, la quale aveva adottato un cane già lo scorso anno, quando aveva visitato la Corea del Sud. Tornata di nuovo sul posto in occasione dei giochi olimpici, ne ha adottato un altro. Sebbene non possa tenerlo con sé, lo porterà in Canada affinché venga accolto da una famiglia amorevole. La pattinatrice si augura che tante altre persone possano seguire il suo esempio e contribuire a salvare la vita a decine di cani che vengono tolti dalla strada, rinchiusi in gabbia in attesa dell’atroce destino.

Secondo quanto riportato dall’AFP, le autorità locali avrebbero chiesto a 12 ristoranti di Pyeongchang di non servire cane durante le Olimpiadi, ma soltanto due avrebbero acconsentito alla richiesta. I gestori dei locali si sarebbero ribellati accusando il governo di attentare alla loro vita e alla loro forma di sostentamento: la carne di cane, appunto. Quella di maiale o di pollo non sembra avere lo stesso successo. Ecco perché è dura abbandonare la pratica e far sì che le fattorie in cui i cani vengono imprigionati chiudano.

Proprio la chiusura delle fattorie è uno degli obiettivi della pattinatrice, la quale ha intenzione di fare qualcosa per impedire il traffico di animali, lavorando anche a stretto contatto con la Humane Society International.Vincitrice dei campionati mondiali del 2015 e del 2016, dell’argento nella gara a squadre alle Olimpiadi di Soči 2014, di due bronzi mondiali (del 2013 e 2014) e due ori ai Campionati dei Quattro continenti e quattro campionati canadesi, la Duhamel ha dichiarato di essere vegana dal 2008.

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