Mercoledì, 18 Maggio 2016 13:50

trasparenza accessoIl cosiddetto FOIA, il decreto che liberalizza l’accesso agli atti della Pubblica amministrazione, coinvolge anche i professionisti e gli Ordini.
Previsto dalla Riforma Madia, il decreto attuativo sulla trasparenza- chiamato anche con l’acronimo FOIA (Freedom Of Information Act)- “ha finito il suo percorso ed è legge”. A dirlo è il Sottosegretario alla Pa Angelo Rughetti. La novità più rilevante riguarda il diritto di ogni cittadino all’accesso dei dati in possesso della Pubblica amministrazione. Non servirà alcuna motivazione per richiederli e nessuna richiesta di informazioni del cittadino potrà essere respinta da un ufficio pubblico senza una adeguata motivazione. Anzi, in caso di un rifiuto il cittadino potrà fare ricorso.

La libertà di accesso riguarderà tutte le informazioni comprese quelle che riguardano l’affidamento di gare ed appalti. L’invio di documenti in via digitale dovrà essere gratuito. Un nodo riguarda quello delle limitazioni ai dati accessibili e cioè il confine tra trasparenza e privacy. Sarà l’ANAC, l’Autorità anticorruzione a stendere le linee guida per circoscrivere le eccezioni per l’accesso alle informazioni. Il testo cancella il meccanismo del silenzio-rifiuto: il rifiuto della Pa di fornire informazioni dovrà essere esplicito e motivato.
Nello specifico si aprono le banche dati delle amministrazioni che le gestiscono; si rende strutturale il sito “Soldi pubblici” ; si introduce una nuova forma di accesso civico ai dati e documenti pubblici equivalente a quella che nel sistema anglosassone è definita Freedom of information act (FOIA), che consente ai cittadini di richiedere anche dati e documenti che le pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di pubblicare.

ProfessionistiApprovato lunedì scorso dal Consiglio dei ministri, il provvedimento non contiene solo l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rispondere alle richieste di trasparenza dei cittadini. Un ricco pacchetto di novità interessa, infatti, anche i professionisti. Come spiegato dal Sole 24 Ore, le società controllate dalla Pa (con l’eccezione per le quotate) e quelle in amministrazione straordinaria dovranno far conoscere, entro 30 giorni dall’incarico, i compensi riconosciuti a consulenti, collaboratori e titolari di incarichi professionali: per i due anni successivi all’incarico questi dati dovranno rimanere pubblici insieme al curriculum del professionista e alla procedura seguita per sceglierlo. Gli atti di incarico ed i compensi dovranno poi essere noti anche per quel che riguarda gli esperti nominati dai tribunali ordinari o amministrativi. Senza pubblicazione dei dati, il compenso non potrà essere pagato.

Ordini professionali- Modificando l’articolo 2 del decreto legislativo n. 33 del 2013, il FOIA inserisce un Art. 2-bis (Ambito soggettivo di applicazione), in base al quale – per le finalità del decreto- “‘pubbliche amministrazioni’ si intendono tutte le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, ivi comprese le autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione. La medesima disciplina prevista per le pubbliche amministrazioni di cui al comma 1 si applica anche, in quanto compatibile: agli enti pubblici economici, alle autorità portuali e agli ordini professionali”.
Inoltre vengono previste “modalità semplificate per gli organi e collegi professionali” con riguardo alla pubblicita’ e al diritto alla conoscibilita’ (art. 3 del D.Lvo 33/2013) di tutti i documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria, i quali sono pubblici e chiunque ha diritto di conoscerli, di fruirne gratuitamente, e di utilizzarli e riutilizzarli.

Il decreto FOIA è uno degli undici decreti attuativi della Riforma Madia e dovrà superare molti aspetti critici messi in evidenza dal Consiglio di Stato. La disponibilità delle informazioni sarà la regola e le eccezioni potranno essere motivate dalla tutela dell’interesse nazionale, della privacy o dei segreti commerciali. Il Freedom Of Information Act è stato adottato per la prima volta negli Stati Uniti ed è stato ripreso da oltre 90 Paesi nel mondo; in Italia è stata l’organizzazione Riparte il futuro, la prima a battersi per ottenere il FOIA anche nel nostro Paese.
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DECRETO LEGISLATIVO: Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190, e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, a norma dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124

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