Ritrova la libertà Nox, il dogo argentino che aveva terrorizzato il quartiere Bonola. Nel novembre 2011, come documentò il Corriere, il gip Giuseppe Gennari decise di sequestrarlo al proprietario. Infatti, già noto ai servizi veterinari come cane morsicatore, Nox aveva ucciso due cani in dieci giorni e ferito una donna. Il dogo fu catturato dai nuclei cinofili della Polizia Locale (toccante la lettera dell’istruttore che lo catturò) e portato al Parco canile di via Privata Aquila. Visti i suoi «precedenti», ha rischiato di essere soppresso, ma ha avuto la fortuna di trovare chi è riuscito a rieducarlo. Al Parco canile ha vissuto quattro anni e mezzo, fino a luglio scorso, seguito da comportamentalisti che lo hanno aiutato a risocializzare. È stata un’operatrice, Stefania, che ha deciso di chiederne l’affidamento. «Avevo deciso di cambiare lavoro ma negli anni trascorsi al canile mi ero molto affezionata a Nox e ho pensato: devo fare qualcosa per lui». È una storia a lieto fine, anche commovente per chi non ha dimenticato il dogo argentino, diventato un killer nelle mani di chi non l’ha saputo gestire.

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Nuova vita per il dogo Nox

Stefania e il compagno Domenico, prima di portare a casa Nox, hanno cercato una casa in affitto in campagna, a misura di quattrozampe: «Avevamo già cinque cani, tutti arrivati da canili, Dalma, Rici, Mary, Frida e Meggy — spiega —. L’arrivo di Nox richiedeva il giusto spazio. E quando abbiamo ottenuto l’adozione, prima abbiamo portato i nostri cani, uno per volta, a conoscerlo in canile».

Nox oggi si presenta come un pacifico cagnone bianco un po’ vecchiotto. «Tre anni e mezzo fa, mi fu assegnato al canile il suo padiglione — racconta Stefania -. Nox ci ha messo sei mesi per decidere che potevamo essere amici. Un giorno ho avuto come la sensazione che il suo sguardo fosse cambiato. Mi sono affezionata a lui. E quando nella mia vita è entrato Domenico, insieme abbiamo deciso di fargli vivere gli ultimi anni fuori dal canile». Certo, la fedina penale di Nox un po’ la preoccupava. «Era entrato in canile con il bollino rosso. Nox però si inserisce benissimo. Abbiamo portato i nostri cani in canile, uno per volta. Tutti ad eccetto di Frida che non ha esperienza, è stata tenuta 2 anni e mezzo in una gabbia». Prima di arrivare al sequestro, nel 2011, il proprietario aveva ignorato ripetutamente le ordinanze della Asl che lo invitavano a presentarsi al canile, per sottoporre il cane alla profilassi della rabbia e all’osservazione obbligatoria di 10 giorni, e ad utilizzare museruola e guinzaglio. Se lo avesse fatto, Nox non avrebbe ucciso una seconda volta e avrebbe evitato l’«arresto».

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