18 novembre 2015 – Milano

È stato ferito a morte nel blitz a Saint-Denis ed è tornato indietro per spirare accanto al suo compagno di lavoro: si chiamava Diesel ed era stato arruolato nel RAID (Recherche Assistance Intervention Dissuasion) tra le cui fila, anche oggi, si è distinto per il coraggio. Che ha salvato quattro vite. Ecco una delle tante storie che ha commosso la Francia e, sulla rete, il mondo intero. Solo che stavolta non si tratta di un uomo: Diesel era un malinois, ovvero un cane da pastore belga specializzato nell’assalto e nella ricerca di esplosivi, e aveva sette anni. Secondo la ricostruzione dei media francesi, Diesel sarebbe stato il primo a entrare nel covo dei sospetti , un appartamento nel quartiere a nord di Parigi, quando all’alba di mercoledì mattina è scattata l’operazione delle teste di cuoio francesi alla ricerca della “mente” degli attentati del 13 novembre, Abdelhamid Abaaoud.
un eroe — L’animale è stato subito colpito da una delle persone armate. Probabilmente il suo sacrificio ha salvato le vite dei compagni, che hanno poi dato notizia del suo atto eroico su Twitter. “I cani sono fondamentali nel nostro lavoro”, hanno anche spiegato. E subito sono partiti hashtag (#jesuischien, #RIPDiesel, #prayfordog) e tweet in onore di Diesel, per cui molti già chiedono la stessa onorificenza che si tributerebbe a un caduto in servizio umano. A strapparci il cuore però è la testimonianza di uno dei presenti: “È tornato indietro, per morire ai piedi del suo padrone. Anzi, del compagno”.
 Gasport 

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