Che i cani siano dotati di un olfatto molto sviluppato è risaputo. Ma è una scoperta recente che abbiano anche fiuto per la nostra salute. Emblematico è il caso britannico (riportato sulla rivista Lancet) di un cane che annusava ossessivamente il neo sulla gamba della padrona. Si è scoperto che era un melanoma e si è aperta la strada allo studio del fiuto diagnostico.

Qual è il segreto del super naso dei cani?

«Risiede nei recettori olfattivi, 11 volte più numerosi dei nostri, e nella mucosa olfattoria, estesa 17 volte di più di quella umana» spiega Mariangela Albertini, docente presso il dipartimento di Medicina veterinaria dell’università degli Studi di Milano e coordinatrice del progetto Se ti fiuto ti aiuto. «Ora è in corso uno studio, condotto in collaborazione con l’Istituto europeo di oncologia, per dimostrare che i cani possono individuare un tumore al polmone anche in fase molto precoce». Vediamo come funziona.

Perché i cani fiutano il tumore?

Le cellule tumorali producono dei composti organici volatili (voc) che il naso del cane percepisce. L’intuizione è che possano essere fiutati anche nelle urine. «In effetti» precisa Mariangela Albertini «la sperimentazione in corso sta dimostrando una precisione della diagnosi da fiuto del 90 per cento, ma si punta a 100». I quattro cani del progetto Se ti fiuto ti aiuto, addestrati da Marco Sincovich della onlus Medical detection dogs, vengono portati nel laboratorio universitario e messi di fronte a campioni di urine forniti dallo Ieo. Quando l’animale si siede, significa che l’odore fiutato possiede tracce tumorali. «Il fiuto canino è uno strumento diagnostico che ha altri vantaggi: è poco invasivo per il paziente, permette una diagnosi in fase molto precoce e ha costi minori» aggiunge Albertini. Il futuro potrebbe essere questo. Quanto al cane, nessuno stress: per lui si tratta di un gioco.

Il super olfatto funziona anche per l’epilessia

Il super olfatto canino viene studiato anche per prevenire le crisi epilettiche. «È il caso degli Alert dogs, quattro zampe che vivono con pazienti epilettici e sono in grado di percepire in anticipo l’arrivo di un attacco. Il loro compito è di informare il proprietario in modo che non corra dei rischi» conclude Albertini.

L’olfatto dei cani scopre anche il diabete

In famiglia c’è un malato di diabete? Un aiuto alla terapia può arrivare dal pet. Ancor più utile nel caso dei bambini, che non sono in grado di avvertire le crisi. «I cani avvertono la variazione del glucosio nel sangue mediante un odore a noi impercettibile» spiega Daniela Cardillo, educatrice cinofila che ha studiato l’addestramento dei Dads (Diabete alert dogs) in America e Gran Bretagna. «E lo comunicano con la zampa, abbaiando o leccando. Qualsiasi cane può imparare a farlo». L’addestramento è a domicilio e su misura (greendogs.it).

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