Inattesa scoperta tra le montagne della Nuova Guinea: un cane selvatico creduto estinto da decenni è stato immortalato nel suo habitat naturale.

Grazie a un centinaio di immagini scattate da una serie di fototrappole nel 2016, è stato possibile identificare almeno 15 individui selvatici, maschi, femmine e cuccioli. Il manto è solitamente dorato, ma si vedono anche cani color crema, rossi, roani (fondo bianco con peli rossicci) e neri, con diverse pezzature o striature.

Secondo l’analisi del DNA, si tratta di una delle specie di canidi più primitive sopravvissute finora, forse tra i principali progenitori del cane domestico moderno. È strettamente imparentata – se non appartiene proprio alla stessa specie – al celebre cane canoro della Nuova Guinea, detto così per le sue curiose vocalizzazioni, che oggi vive solo in cattività.

“La scoperta e la conferma della sua presenza, per la prima volta in più di 50 anni, sono notizie entusiasmanti, e opportunità incredibili per la scienza”, si legge sul sito web della New Guinea Highland Wild Dog Foundation (NGHWDF).

Una vita sugli altipiani

Già nel 2005 e nel 2012 si erano avute notizie della persistenza del cane selvatico nel suo habitat montano, ma le evidenze presentate non erano state considerate abbastanza solide e conclusive.

Il colpo di fortuna è arrivato nel 2016, quando lo zoologo James K. McIntyre ha guidato un gruppo di ricercatori del NGHWDF in una spedizione nella provincia di Papua, la parte indonesiana dell’isola della Nuova Guinea. Lì hanno conosciuto degli scienziati della University of Papua, altrettanto entusiasti all’idea di scoprire i segni della presenza di questi cani.

Nel corso del viaggio fu trovata una prima, promettente evidenza: un’impronta fangosa. Così, il team universitario e i ricercatori della NGHWDF hanno sparso una serie di fototrappole nelle foreste degli altipiani della Nuova Guinea, tra i 3.300 e i 4.200 sul il livello del mare.

In soli due giorni, sulla cima del monte Puncak Jaya, le fototrappole hanno scattato più di 140 foto dei cani. Ma i ricercatori sono riusciti anche a osservarli dal vivo, e a raccogliere campioni di feci che li aiuteranno a comprendere meglio l’attuale stile di vita degli animali e la loro intensa storia.

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