Potrebbe non essere il cane il miglior amico dell’uomo, ma il gatto. Secondo uno  studio condotto dai ricercatori dell’University College London e pubblicato su Psychological Medicine  i gatti limiterebbero l’insorgenza di malattie mentali.  Chi cresce con un felino in casa, in sostanza, non ha maggiori probabilità di sviluppare patologie erroneamente associate ad un parassita comune nei gatti. I ricercatori si sono concentrati sul microrganismo Toxoplasma gondii e sul collegamento tra il parassita e una serie di malattie, compresa la schizofrenia. Lo studio, che ha coinvolto 5000 persone, non ha evidenziato effetti del Toxoplasma gondii sulla crescita del cervello del soggetto esaminato. “Il messaggio per i proprietari dei gatti è chiaro: non ci sono elementi” per affermare che “i gatti mettano a rischio la salute mentale dei ragazzi”, ha spiegato la professoressa Francesca Solmi dell’University College London.  “Nel nostro studio, iniziali analisi non verificate suggerivano un debole collegamento” tra la presenza di un gatto e l’insorgenza di indicazioni di determinate patologie “all’età di 13 anni. Ma tutto questo, come è emerso, dipendeva da altri fattori”.

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