Il suono più rilassante del mondo – il caratteristico brontolio che i gatti producono a bocca chiusa – è più spesso emesso quando il micio si trova in compagnia, per esprimere appagamento (fusa più sommesse e “soporifere”) o richiesta di accudimento (le fusa simili a un pianto di quando l’animale ha fame). Tuttavia, questo suono accompagna anche altre situazioni, nelle quali l’uomo non è presente.

Nutrimento e benessere. Le fusa caratterizzano la fase dell’allattamento. Per i cuccioli che le producono, hanno la stessa valenza del pianto di un neonato: sollecitano nella madre una risposta ormonale che induce all’accudimento. Questo ronzio viene emesso talvolta anche durante i contatti con altri gatti – per esempio, nella fase di grooming o pulizia – o quando l’animale si gode un pasto piacevole o gioca con un oggetto inanimato.

Prima della morte. Alcuni veterinari raccontano, però, che il verso è associato, a volte, anche a momenti di grande dolore fisico, come quelli che precedono la morte. In questi casi, le fusa sono interpretabili come una richiesta d’aiuto o, al contrario, come un modo per mascherare la vulnerabilità del gatto.

Per un piccolo carnivoro non è il massimo sbandierare la propria difficoltà fisica: i ronzii sarebbero quindi un modo per comunicare che è tutto a posto, che la situazione è sotto controllo e che non c’è niente da vedere – una forma di difesa per allontanare le attenzioni indesiderate.

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