QUASI una volta al giorno. I cani appaiono nelle nostre bacheche e timeline sui social network sei volte alla settimana. Lo racconta un’indagine di BarkBox, un marchio specializzato statunitense, che testimonia l’esplosione della febbre da cucciolo su Facebook e compagnia. A dire il vero in particolare su Instagram dove il mitico e vezzoso volpino di Pomerania Boo (17 milioni di fan su Facebook), il gigantesco cane lupo Loki o Marnie, la linguacciuta e anziana shih tzu seguita da due milioni di follower sulla piattaforma di Kevin Systrom fanno affari d’oro con i loro profili. Dai quali rimandano a siti e shop online dove fare acquisti a tema. E dove, al netto dei singoli account, una delle tendenze che raccoglie più seguito ruota proprio intorno alle pagine che pubblicano foto di animali, su tutti cani e cuccioli di quattro zampe.
 
Secondo l’indagine del brand nordamericano i social media sono l’habitat ideale per l’emanazione digitale dei cani. E no, non solo perché ce ne sono molti a loro espressamente dedicati, da BePuppy a DruzhOk. Ma perché sfondano senza problemi in quelli generalisti, costituiscono un autentico genere d’intrattenimento (basti pensare a Beast di Mark Zuckerberg). D’altronde più di un padrone su dieci, l’11%, racconta di aver appunto aperto un account al proprio quadrupede. Fra questi, anche chi scrive. Video e foto di cani, ma questo lo sappiamo, sono invece fra i contenuti più diffusi sulle bacheche dei quasi due miliardi di utenti che frequentano i social: i proprietari ci passano il tempo almeno tre volte alla settimana.
 
Questo clamoroso presenzialismo online – che da qualcuno dei contatti viene magari guardato con un po’ di insofferenza – si porta dietro una serie di altre curiosità e atteggiamenti collegati. Come dire che anche la propria dieta digitale ne risente. Ad esempio, il 20% delle immagini salvate sullo smartphone – lo studio ha interpellato proprietari statunitensi ma, raramente come in questo caso, si tratta di un atteggiamento universale – hanno appunto come protagonista il proprio cane. Vero: se ne avete uno, basta sfogliare la propria galleria per realizzarlo. Fido batte perfino gli scatti delle vacanze (15%), i selfie (11%) o i piatti al ristorante (6%). D’altronde più di due padroni su cinque (42%) utilizzano una foto dell’amato muso come sfondo del desktop o del telefono.
 
Non una febbre solo social, ovviamente. Gli ultimi numeri diffusi da Coldiretti e rielaborati da Eurispes spiegano che quattro italiani su dieci (43,3%) ospitano nella propria casa un animale. Il 60,8% è rappresentato da cani. Solo per l’alimentazione dei pet, gli animali da compagnia, si spendono oltre 2 miliardi di euro all’anno. Ma l’aspetto divertente è che la tecnologia viene ormai in soccorso dei padroni più ansiosi offrendo una serie di opportunità per sentirli sempre con se. Molti proprietari confessano infatti di aver “parlato” a distanza col proprio cane tramite webcam (17%) o fatto ricorso ad app come Skype e FaceTime (14%). Un metodo a cui ricorrono ovviamente i Millennials, che non riescono ad allontanare la nostalgia quando sono fuori casa o in viaggio.

Se dall’altra parte, cioè a casa, non c’è qualcuno che dia una mano con la videochiamata, il 32% dei proprietari riconosce di non aver problemi a installare una camera di sicurezza automatica per controllare il proprio cane. Ce ne sono d’altronde di economiche, come Arlo di Netgear, che passano per la Wi-Fi casalinga e si utilizzano con la massima semplicità tramite un’applicazione da cui scattare foto o girare video in cloud. Pensate per notificare i movimenti sospetti, vero, ma buone anche quelli dell’amico peloso. Esistono infine diversi gadget per comunicare con l’animale e, se lo si sente un po’ giù di morale, catapultargli un biscotto a disposizione: Furbo è uno di questi. Una videocamera controllabile da remoto con altoparlante e microfono e un distributore che consente di elargire biscottini via app.
 

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