Sanzioni triplicate e test del Dna per rintracciare e punire chi non raccoglie i bisogni dei propri cani. Il comune di Occhieppo Inferiore ha deciso di dichiarare guerra ai proprietari di animali che, infischiandosene delle infinite campagne di sensibilizzazione, continuano a non pulire. Molti marciapiedi del paese sono regolarmente ricoperti di escrementi e raramente chi li percorre, riesce a rientrare a casa con le suole delle scarpe indenni. Il sindaco Monica Mosca più volte ha ammonito i suoi concittadini e ora, dopo aver visto tutti i suoi appelli cadere nel vuoto, ha deciso di passare alle maniere forti. 

IGIENE  

Per chi è sorpreso a passeggiare con il cane senza il sacchettino per raccogliere gli escrementi, le multe passeranno da 50 a 150 euro, e inoltre il Comune avrà la facoltà di verificare quale cane abbia sporcato il marciapiede attraverso il test del Dna. «E’ un problema di decoro e di pulizia del paese, ma anche una questione igienico-sanitaria – spiega il sindaco, che l’altra sera ha incontrato gli abitanti al salone polivalente -. Questo ho voluto spiegare durante il summit con i miei concittadini, affiancata dagli agenti della polizia locale e del personale del servizio veterinario dell’Asl. Lo stesso direttore dell’Asl veterinaria, Luca Sala, ha sottolineato che gli escrementi dei cani abbandonati in strada sono un ricettacolo di microbi potenzialmente molto pericolosi per le persone. Nel nostro Comune ci sono più di 500 cani: pulire quando sporcano è un dovere civico e morale, ma alcuni dei nostri concittadini ancora non l’hanno capito». Il Comune di Occhieppo Inferiore non avrà un database in cui è registrato il Dna di tutti i cani «residenti», ma quando si avrà una ragionevole «certezza di colpevolezza» (tramite segnalazioni giunte in municipio), i tecnici provvederanno a prelevare un campione degli escrementi trovati in terra ed alcuni peli del cane ritenuto «colpevole». «Entrambi i campioni verranno inviati in un laboratorio analisi – dice ancora Mosca -. Se coincideranno, i proprietari, oltre a pagare la multa, dovranno anche sostenere tutte le spese che il test comporta». Quello ideato dal sindaco è lo stesso metodo già utilizzato a Capri, dove sei anni fa l’amministrazione comunale aveva dichiarato guerra a tutte le persone che continuavano ad imbrattare uno dei salotti più belli d’Italia: «Dover ricorrere a misure come il test del Dna – conclude il sindaco Mosca – è il frutto della mancanza di senso civico». 

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