E’ da sempre risaputo che la lettura sia fondamentale per la crescita dei ragazzi ma è stato scientificamente anche provato che leggere ad alta voce a un bambino aiuta moltissimo lo sviluppo cognitivo sin dai primi mesi di vita.  Teresa Albergo, autrice di Io leggo col mio cane (Sonda edizioni), combinando insieme le sue varie esperienze di educatrice della prima infanzia e di pet therapy ha creato a Torino un nuovo metodo di approccio alla lettura ad alta voce: il metodo LuckyLeo. 

Come è nata l’idea

«L’idea – spiega l’autrice – è nata nel 2013 osservando il cane che ho adottato, Lucky, un incrocio tra un labrador e un Golden Retriever, relazionarsi col mio nipotino Leo durante una festa in onore di Gianno Rodari. Durante il racconto di una storia, grazie alla forza evocatrice delle parole e alla presenza attiva del cane, ho notato che si era creato uno spazio relazionale particolare arricchito proprio dalla presenza di Lucky». Di qui lo sviluppo del metodo chiamato per l’appunto «LuckyLeo», un metodo rivoluzionario che unendo le pratiche pedagogiche ai benefici della pet therapy, ha come obiettivo avvicinare i bambini sin da piccolissimi alla lettura, coinvolgendo anche genitori e insegnanti, grazie a un esperienza emozionale di gruppo in un luogo familiare e quotidiano quale ad esempio una libreria. 

Il metodo

Il metodo è strutturato in sette momenti: 
1- La preparazione del luogo. 
Il luogo dove avviene la lettura deve essere confortevole con tutto il necessario per i bambini e il cane: tappeti, cuscini, cuccia, acqua, giochi. 
2- Avvicinarsi e conoscersi. 
In questa fase viene insegnato ai bambini come avvicinarsi per la prima volta a un cane, il farsi annusare, come offrire del cibo. 
3- La cuccia degli amici di Lucky. “Lucky Piccolo”. 
Lucky condivide i suoi peluches con i bambini e anche loro vengono invitati a portare da casa un proprio peluche da mettere nella cuccia del cucciolo, un oggetto transizionale, una sorta di Lucky in miniatura che stimolerà con il gioco l’imitazione del cane. 
4- La lettura del libro. 
I bambini si siedono a semicerchio e la scelta del racconto viene fatta a seconda dell’età, delle problematiche presenti, degli obbiettivi che si vogliono raggiungere. 
5- L’interferenza libro-pet. 
In questa fase si cerca di enfatizzare tutto ciò che è esperienza sensoriale utilizzando ad esempio libri con tasche e oggetti di diversi materiali da toccare o accentuando il suono di alcune particolari parole e si osserva, come durante questo momento, il cane che gira libero, interagisce con i bambini. 
6- L’interazione con i pet attraverso il gioco. 
Il gioco è è amato sia dai bambini che dai cani. E’ un momento in cui si riassume la storia facendo raccontare quali siano stati i momenti più belli o particolari coinvolgendo bambini e cane ad esempio imitando i movimenti del lupo se la storia è stata cappuccetto Rosso e così via. Insieme ci si diverte con giochi di attivazione mentale, cubetti di legno o altri materiali di recupero. 
7- Chiusura dell’incontro. 
Si invitano i bimbi a sdraiarsi a terra a fingere di fare la nanna con Lucky vicino mentre vengono lette brevi filastrocche, nenie o ninna nanne. Questo per farli rilassare e godere di tutti i benefici che la situazione e la presenza del pet regalano. Poi si invita il cucciolo a riprendere i peluches in cambio di qualche crocchetta o carezza e i genitori a rimanere per ulteriori domande o approfondimenti. 

«La pet therapy non è una medicina»

La critica che a volte viene mossa a questo metodo si basa sul lo scetticismo sul fatto che la presenza dell’animale aiuti a tenere una maggiore attenzione. Molti pensano infatti che possa essere un elemento di distrazione per i bambini. Teresa Albergo con la sua esperienza ha invece dimostrato il contrario.  «La pet therapy non è una medicina – sottolinea Albergo – ma un mezzo che ci aiuta a raggiungere più velocemente e in maniera più efficace un obbiettivo». I bambini si sentono a prorio agio con i cani, si sentono alla pari e ci interagiscono in un modo tutto loro, privo di giudizio. E i cani d’altro canto spesso hanno molto da insegnare considerando i bimbi come cuccioli da educare.

28 marzo 2018 (modifica il 28 marzo 2018 | 16:58)

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