Oscar Grazioli

Anche nelle più atroci guerre si possono cogliere gesti di umanità, episodi che rimangono confinati tra le case diroccate dalle bombe e nelle trincee o che, l’era di Internet e dei social, rilancia da un punto all’altro della terra rendendoli pubblici.

Nei primi mesi dello scorso anno i media si occuparono di Mohammad Alaa Jaleel, o più semplicemente Alaa, che prese presto il soprannome del Gattaro di Aleppo, dopo che ebbe costruito un famoso santuario per gatti nella Siria dilaniata dalla guerra. Purtroppo il rifugio di Alaa è stato bombardato e distrutto, ma non per questo l’uomo si è perso d’animo. Da allora, Alaa, con l’aiuto di alcuni amici, ha lavorato instancabilmente per creare un nuovo rifugio per i gatti che sopravvivono, sbandati e affamati, tra le macerie di una città martoriata. Così, lo scorso maggio il Giardino di Aleppo è stato ricostruito alla periferia della città in un quartiere relativamente al riparo dai combattimenti. Ora, il nuovo santuario ospita oltre 60 gatti, alcuni cani, quattro scimmie, conigli e colombe che trovano, nel rifugio, cibo e cure. Alaa si occupa anche di circa 30 gatti del vicinato, ma, nelle ultime settimane, colpi di pistola ed esplosioni sulle strade hanno messo a rischio la sicurezza di tutti e la catena di salvataggio degli animali si è interrotta. D’altronde i combattimenti si fanno sempre più vicini e Alaa teme che anche questo nuovo rifugio, costruito con tanta generosità e molti rischi, possa fare la fine del primo.

Il sito web internazionale The Dodo si è sempre occupato di questo uomo ormai noto anche alle truppe americane che lo chiamano Gatto Man di Aleppo. Proprio a Dodo, Alaa ha detto: «Le strade sono disseminate di bossoli e il nostro muro è stato colpito. Ci sono artiglieria pesante e cecchini. La nostra squadra di recupero non è stata in grado di agire per qualche giorno ed è rimasta barricata in casa. Il dottor Youssef, il nostro veterinario, compie viaggi molto pericolosi per recarsi dalla sua casa al santuario, nascondendosi dietro alberi ed edifici per evitare che gli sparino».

Alaa e la squadra del santuario rischiano la vita ogni volta che escono dal rifugio per ottenere rifornimenti come cibo o benzina. Inoltre Alaa, che lavora come autista di ambulanze, mette a repentaglio la sua vita ogni giorno guidando nelle zone più pericolose di Aleppo per aiutare le vittime dei bombardamenti.

«Alcuni dei gatti si sono abituati ai rumori secchi dei combattimenti – spiega Alaa – ma altri sono comprensibilmente spaventati, mentre anche i gatti del vicinato si rifugiano nel Giardino d’Aleppo, ma non scendono nel rifugio, restano in alto sulle mura e sui tetti, dove gli faccio trovare un po’ di cibo». Nonostante i pericoli, Alaa e il suo team passano parte delle giornate facendo in modo che i gatti del santuario siano felici e in salute. Con le donazioni provenienti da qualche supporter, hanno costruito un magico villaggio di gatti al coperto, con casette individuali per ogni gatto. Hanno anche costruito una clinica veterinaria dove il dottor Youssef, il veterinario residente, offre assistenza veterinaria gratuita, compresa la sterilizzazione per tutti gli animali rifugiati. «Il giardino del santuario è importante – ha detto Alaa – Adesso la primavera è qui alle porte, ma anche nell’inverno siriano c’è un posto fiorito dove i gatti possono giocare».

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