Martedì, 22 Settembre 2015 14:07
Cani beagle presi nell’allevamento e portati all’esterno. Furto e rapina impropria oppure una «liberazione da morte sicura»?
Si è svolta ieri l’udienza a carico degli animalisti che, il 28 aprile del 2012, fecero irruzione nell’allevamento di Green Hill, “liberando da morte sicura” 69 beagle- sostiene la difesa.
Al contrario, ieri in aula, l’accusa pubblica e privata hanno chiesto tredici condanne per reati che vanno dal furto alla rapina impropria, passando per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Chieste pene comprese fra gli 8 mesi e i 4 anni. L’allevamento è parte civile e ha chiesto 200milioni di risarcimento. Il processo è iniziato nell’aprile del 2012, quando la struttura quantificò in circa 100 milioni il valore dei soli cani sottratti.
Il pm Ambrogio Cassiani – che ha parlato di «un processo particolare» e di «imputati che hanno ammesso i fatti»- ha chiesto la condanna per furto, rapina e lesioni e l’assoluzione per tutti per il reato di danneggiamento.
La difesa dei presunti responsabili del blitz a Green Hill si è giocata la carta della legittima difesa degli animali: il blitz sarebbe stato compiuto per salvare degli esseri «senzienti» e non cose. Il punto di partenza è «la titolarità in capo all’animale di posizioni giuridiche tutelate dal diritto». In merito le difese hanno spiegato «che si è assistito all’affermarsi di una nuova definizione» che qualifica l’animale , che smette quindi d’essere mera res, perchè «essere senziente». E quindi «il baricentro per valutare la legislazione nazionale in materie che ineriscono gli animali è il concetto di benessere, benessere che viene riconosciuto quale posizione giuridicamente tutelata in capo a ciascun essere senziente». Ci sarebbe, secondo i legali, tra l’altro, una «proporzionalità tra la lesione del diritto di proprietà e la tutela del diritto al benessere e di quello al sentimento verso gli animali».
La prossima udienza, il 9 novembre, sarà quella della sentenza. (fonte)