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Graffio di gatto e bartonellosi: come evitarla

Tra cani e gatti, i più “pericolosi” (se così si può dire), quanto meno a livello statistico, sono certamente i primi. Si sentono casi di cani che azzannano persone, soprattutto bambini che magari sono stati per ore a tirar loro la coda o a stuzzicarli. Ben più difficilmente si sentono casi di piccoli felini che si rivoltano contro qualcuno: i mici, quando sono infastiditi, tendono a scappare più che a reagire, soprattutto con gli umani.

Eppure può capitare che i gatti, da cuccioli ma non solo, graffino. Non solo tappeti, divani o tende, ma anche i loro compagni umani. Anche in questo caso i bambini sono più esposti, dal momento che il loro modo di giocare con gli animali talvolta non tiene conto delle esigenze e del carattere del loro compagno di giochi.

Capita quindi di sentire casi anche di mici normalmente tranquilli e placidi che, ad un certo punto, graffiano o mordono dei bimbi. E qualcuno potrebbe aver sentito parlare di bartonellosi, una malattia di cui un gatto su tre sarebbe portatore, e che i Centri di controllo per la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti hanno diagnosticato in circa dodicimila persone, in particolare bambini dai cinque ai nove anni.

I rischi, in realtà, sono piuttosto contenuti, quanto meno se si agisce tempestivamente. La cosa più importante, che vale per i bambini come per gli adulti, è disinfettare subito la cute lesa, preferibilmente con dell’acqua ossigenata. 

Va comunque detto che la bartonellosi può causare disturbi anche importanti che vanno dal mal di testa e gonfiore dei linfonodi ad endocardite ed encefalite. Ma si tratta di una malattia piuttosto rara, e soprattutto che può essere prevenuta con questa semplice regole di igiene: mai sottovalutare il graffio (o il morso) di un gatto e disinfettarsi sempre.

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