Un business che, come sottolinea il presidente di Teg 4 friends, «fa girare denaro per i canili, i Comuni, i veterinari, le aziende farmaceutiche, le associazioni. Chiaramente, quindi, non c’è la volontà di combatterlo». Per sradicare il fenomeno, ci vorrebbe una «campagna di sterilizzazione e microchippatura di massa, utilizzando eventualmente anche l’esercito, approfittando anche del fatto che in Sicilia, essendo un’isola, i cani non possono venire da fuori». Anche se poi, ammette Tringale, il fenomeno è alimentato da molti privati che «tengono cani e gatti in maniera non consona. Questi animali fanno quindi le cucciolate, che poi vengono abbandonate per strada, nei cassonetti, alimentando il randagismo».

Perché non sempre c’è una cultura corretta , e soprattutto la consapevolezza di un impegno duraturo, quando si accoglie in casa un animale. E questo vale tanto più in prossimità del Natale, quando spesso il cucciolo è il regalo per i cuccioli umani: «Ma il cane o il gatto non sono oggetti e non vanno quindi regalati. Tra l’altro, magari si regalano quando sono cuccioli. Poi il cane o il gatto crescono, cominciano a fare i primi danni, a creare problemi e allora le persone li abbandonano o comunque li tengono in modi non consoni». Se si vuole accogliere in casa un animale, invece, si deve fare un’adozione «responsabile, quindi con la consapevolezza che il cane o il gatto diventano membri della famiglia: i pet sono esseri sociali e si devono perciò integrare nella famiglia, non si possono lasciare emarginati». Sicuramente poco “etico” è comprarli: «Meglio andare nei canili, rivolgersi alle associazioni per adottare un cane, anche perché i cani adulti sono i migliori, in quanto già abituati a vivere in un contesto anche familiare rispetto a un cucciolo da educare».

Ovviamente, non tutti i cani che vivono in strada sono adottabili: «Quelli selvatici o semi-selvatici conviene lasciarli in strada, ma il 70% dei randagi potrebbero vivere tranquillamente in famiglia, su qualsiasi divano di qualunque casa (nella foto: un combo dei cani adottabili seguiti dall’associazione). Ma purtroppo, per la carenza di adozioni rispetto al grande numero di randagi esistenti, sono costretti a vivere per strada in contesti e situazioni non facili».

Una soluzione di ripiego può essere quella del cane di quartiere, «visto che non ci sono adozioni e per evitare di lasciarlo in canile per tutta la vita: si tratta di un cane tutorato e controllato. Ma non tutte le persone, purtroppo, lo accettano».

Una piccola associazione, Teg 4 friends, che ha bisogno di tutto: «Anzitutto, risorse umane che ci aiutino anche per le cose più semplici: dal portare un cane dal veterinario, al curare la pagina Facebook e la comunicazione, fino alle risorse legali». Ma tutto è ben accetto: «Dal pane duro alla coperta e ai croccantini». I volontari accudiscono i cani sul territorio, portano loro acqua e cibo, si occupano delle sterilizzazioni, delle cure mediche, di applicare gli antiparassitari e di somministrare i vermifughi. «I nostri cani – circa un centinaio – sono tutti sterilizzati e cerchiamo di farli adottare».

Operazione difficilissima, ma talvolta con esiti tanto più meravigliosi quanto più inaspettati: come nel caso di Artù ed Emy. «Artù – spiega Tringale – è un ex randagio, di quelli semi-selvatici tra l’altro. Era uno dei cani che accudivamo e un paio di anni fa è stato investito. Lo abbiamo recuperato: era semi-paralizzato, lo abbiamo curato a spese nostre, c’è voluto molto tempo, diversi interventi e una lunghissima fisioterapia, per 6 mesi l’ho anche tenuto a casa mia prendendomene cura (non faceva neanche più i bisogni da solo). Ma ora con tre zampe cammina perfettamente e si è rimesso. È stata un’impresa titanica: in più ha fortunatamente trovato una famiglia che lo ha adottato. E ormai, da semi-selvatico che era, è diventato un cane di casa».

C’è poi Emy, una cagnetta con un tumore particolare alla mascella, che si trovava a Nicolosi: «L’abbiamo fatta operare a Reggio Calabria, si è ripresa perfettamente e fortunatamente ora la cagnetta è stata adottata al Nord».

L’associazione Teg 4 friends onlus si può contattare tramite la pagina Facebook o tramite la email, riportata sempre sulla pagina Fb.

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