È stato condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere, oltre a due anni di libertà vigilata, M.F., il killer dei gatti di Trescore Balneario. La sentenza è arrivata nella mattinata di mercoledì 1 marzo.

Il giudice Antonella Bertoja ha riconosciuto all’uomo la recidiva specifica, che permette di aumentare la pena, e nella condanna è andato ben oltre la richiesta del pubblico ministero di un anno e quattro mesi. F. dovrà inoltre pagare le spese processuali e dovrà versare un risarcimento di 5mila euro per ognuna delle parti civili: Enpa, Diritti Animali e Ugda.

L’uomo, difeso dall’avvocato Isabella Colombo, era già stato condannato a 2 anni di reclusione per stalking. Due procedimenti comunque riferiti alla stessa vicenda. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini F., 40 anni,che ora risiede a Cenate Sotto, avrebbe torturato alcuni gattini dopo averli presi in adozione e avrebbe inviato le immagini delle sevizie agli ex proprietari, per poi uccidere gli animali stessi.

Raccapriccianti le dichiarazioni in aula dei proprietari. Tanto che il giudice aveva invitato l’avvocato dell’Enpa a non chiedere ai testi troppi particolari sulle torture. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver ricevuto delle ricette che indicavano come cucinare gli animali.

Le denunce oggetto del processo erano cinque, anche se è difficile stabilire il numero preciso di episodi.

Una delle vittime aveva anche sporto denuncia contro il 40enne per stalking, perchè l’uomo le inviava continui messaggi. Pesanti ingiurie mandate alla donna attraverso Whatsapp, o frasi come “Strangolo i gatti che sono buoni da mangiare”, o ancora la ricetta per cucinare i felini “Per fare una teglia, servono due animali adulti o 12 piccoli”.

Fino alle immagini di un gatto torturato e un “Olè” inviato a tarda notte per annunciare la morte dell’animale. Una sorta di compulsione da parte di F., che mandava anche 10-15 sms in un minuto. La donna l’aveva così denunciato, dando il via all’indagine per stalking e al conseguente processo.

L’uomo si era affidato a una perizia psichiatrica effettuata dai consulenti della difesa Giulio Di Mizio e Michele Di Nunzio, che aveva attestato un disturbo della personalità: M.F. è capace di intendere ma non di volere.

Lunedì 12 dicembre, nella sentenza del procedimento per stalking, il giudice Massimiliano Magliacane aveva riconosciuto la seminfermità mentale dell’imputato, condannandolo a 2 anni di carcere senza condizionale, 1 anno di libertà vigilata, 13mila euro di provvisionale alla vittima dello stalking, oltre all’obbligo di farsi curare in una struttura ospedaliera.

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