Se si possiede un gatto e sta per arrivare anche un bambino o, viceversa, c’è un bambino in casa che vorrebbe adottare un gatto, capita spesso che i genitori, in particolar modo le mamme, siano assalite da mille perplessità. La paura che l’animale possa far male al neonato, graffiandolo o trasmettendogli pulci o altri tipi di infezioni, il timore che i due non vadano d’accordo o che il bambino già grandicello possa maltrattare il micio: tanti pensieri che mettono in forte dubbio la bontà di questa convivenza.

In realtà quello tra gatto e bambino può essere un rapporto meraviglioso e rappresentare per i nostri figli un’esperienza assolutamente positiva, che li farà crescere con un maggior senso di responsabilità, consapevolezza ed empatia. Le attitudini relazionali dei bambini possono migliorare così come la sensibilità e il rispetto.

Tutto questo può avvenire, però, a condizione che si instauri un’interazione corretta fra il bambino e l’animale, interazione che deve essere necessariamente favorita dai genitori, attraverso un’attenta supervisione iniziale, alcuni importanti accorgimenti e la chiarezza di alcune regole imprescindibili.

Innanzi tutto bisogna accertarsi che il bambino non sia allergico al pelo dell’animale e che il gatto sia visitato da un veterinario e abbia tutte le vaccinazioni di base. Sebbene il gatto sia un animale di per sé molto pulito, è sempre bene mantenere un alto grado di pulizia del micio e delle zone dove è solito mangiare, accoccolarsi, etc. Un trattamento anti-pulci e parassiti periodico e altresì consigliato.

Una volta scongiurato il pericolo di possibili infezioni, ciò che conta è favorire l’instaurarsi di un buon rapporto fra il gatto e il bambino. Tutto ciò è possibile insegnando al piccolo a non tirare la coda, i baffi o le orecchie al gatto, ad accarezzarlo con gentilezza, a non infastidirlo con giochi troppo violenti o urla, a non toccare la lettiera o il cibo del felino.

Se il bambino non utilizza comportamenti sbagliati nei confronti del gatto, difficilmente l’animale può attaccarlo senza motivo. Certamente sarà nostra cura adottare un micio che mostri un carattere tenue e “coccolone”: la scelta sarà dunque molto importante.

Molta attenzione va posta inoltre con l’arrivo del neonato in una casa: la culla e il calore emanato dal corpo del bambino sono molto invitanti per un micio alla ricerca di un comodo giaciglio, che potrebbe quindi tentare di accovacciarsi al suo interno, rischiando, anche involontariamente di far del male al piccolo. E’ bene dunque non permettere al gatto di entrare nella stanza del bebè o proteggere la culla con un’apposita retina.

Con la crescita del bambino, invece, sarà probabilmente tutto molto naturale, poiché un gatto già presente in casa e dunque “addomesticato” farà facilmente amicizia con il suo nuovo compagno di giochi, inizialmente guidato nell’interazione, come anzidetto, da noi genitori. 

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