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Gatti, cani e tasse: le spese che si possono detrarre e i “bonus” fiscali

Cani e gatti non daranno diritto ad un bonus fiscale come un figlio, ma assicurano comunque una serie di detrazioni, soprattutto se si tratta di animali adottati dai canili o direttamente dalla strada, ma non solo.

Come spiega il sito La Legge per Tutti, il possesso di un animale domestico non è una voce presente tra le spese deducibili e detraibili del modello 730, ma molti Comuni hanno previsto sgravi sulle tasse comunali per chi adotta animali da canili o gattili.

Quest’iniziativa ha anche lo scopo di ridurre le spese per la gestione dei canili pubblici e la presenza di cani randagi nelle strade. Nelle strutture pubbliche, infatti, ogni cane costa all’amministrazione in media 4 euro al giorno, che si traducono in 1.500 euro all’anno.

Legambiente ha stimato che i Comuni italiani spendono ogni anno circa 250 milioni di euro per mantenere cani e gatti abbandonati. Attraverso lo sgravio fiscale, quindi, le amministrazioni locali cercano di alleggerire le casse comunali dalle spese dovute alla gestione di canili o di animali randagi.

Il sito La Legge per Tutti elenca i Comuni interessati dagli sgravi:

  • Vittoria, in provincia di Ragusa, offre 100 euro per ogni animale adottato, accreditando l’intero bonus sugli importi dovuti per il pagamento della Tari.
  • Trieste ha concesso un bonus per chi si prende cura di un cane anziano (di età superiore ai 7 anni) ospitato in uno dei canili comunali: il contributo offerto è di 50 euro al mese.
  • A Cestenaso, provincia di Bologna, l’adozione attestata dal personale del canile fa ottenere un risparmio di 100 euro sulla Tari per tre annualità consecutive.
  • Ad Avellino viene versato un contributo fino a un massimo di 700 euro l’anno, pari alla quota Tari della famiglia.
  • Anche a Bisceglie, l’intestatario di un’utenza relativa alla tassa dei rifiuti urbani, che adempie gli obblighi tributari comunali, può ottenere dall’adozione una riduzione del 70% del dovuto, fino a un massimo di 500 euro (ma solo se accoglie in famiglia un cane custodito da almeno tre anni, altrimenti l’importo scende).
  • I Comuni di Poggio Rusco e Quistello (Mantova), invece, riconoscono all’adottante un contributo fisso di 350 e 200 euro l’anno a patto che quei soldi vengano spesi per l’acquisto di cibo per il cane o per le vaccinazioni.
  • Il Comune di Montecassino ha stabilito a favore di chi adotta un cane una riduzione di massimo 200 euro annui (per tre anni) sull’imposta unica comunale.
  • Altri comuni in cui si può approfittare del “Bonus cane” sono Lecce, Locorotondo (BA), Montecorvino Rovella (SA), Teramo, Pesaro, Bondeno, Solarino, Terni, Francofonte (SR), ma la lista è in costante e continuo aumento.

Ma i benefici fiscali non riguardano solo chi ha adottato un cane o un gatto abbandonato in questi Comuni. Perché in generali tutti coloro che possiedono un animale domestico possono scaricare nella dichiarazione dei redditi le spese veterinarie che superano una certa soglia. La detrazione compete entro un limite di spesa di 387,34 euro e con una franchigia di 129,11 euro. Lo sconto massimo ottenibile è, quindi, di 49,06 euro, il 19% di 258,23 euro (la differenza tra spesa massima e franchigia).

Questa detrazione riguarda non solo cani e gatti, ma tutti gli animali da compagnia o per la pratica sportiva (come cani, gatti, uccelli in gabbia, pesciolini rossi, cavalli da corsa, ecc.), non, peròquelli destinati all’allevamento o al consumo alimentare (galline, per esempio), quelli detenuti in casa illegalmente (animali esotici non autorizzati) o utilizzati per attività illecite (per es.: da combattimento).

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