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Da Roma, Riccardo Bisti

19 maggio 2017

Francesca non ha fatto polemica, ma ha lasciato intendere che è questione di tempo. Nella giornata di Dominic Thiem, nonché dell’acquazzone che ha bloccato Djokovic-Del Potro, ha incuriosito la presenza di Francesca Schiavone (nella foto in home page di Crimaudo / FIT) al Foro Italico. Francesca è stata ospite di Levissima (acqua ufficiale del torneo), nonché di Gazzetta dello Sport, per l’evento denominato “Levissima Strike Tennis”. Ha “sfidato” alcuni bambini a tirare palline per 30 secondi e colpire un bersaglio. Dopo essersi sfidati tra loro, i più bravi hanno potuto sfidare Francesca. Ma c’era attesa soprattutto per le parole della milanese: Francesca teneva molto a salutare il pubblico di Roma, specie dopo la cerimonia riservata 12 mesi fa alla neo-mamma Flavia Pennetta (che Francesca aveva sentito proprio qualche minuto prima dell’evento). Non conosciamo i contenuti delle interviste one-to-one, ma quando è stata stimolata sull’argomento Roma, con un bel po’ di microfoni sotto il naso, ha glissato ma non troppo. Inizialmente ha detto di essersi già espressa qualche giorno fa tramite i suoi canali social, ma quando le hanno ricordato la polemica di Fabio Fognini per l’orario del match contro Zverev, ha detto: “Ci sarebbe da parlare per un’ora. Lo faremo a tempo debito, quando mi sarò ritirata e organizzeremo una conferenza stampa”. Nessuna parola in più, nessuna polemica extra. “Se dovessi restare nel tennis dopo il ritiro vorrei organizzare qualcosa rispettando i miei valori, seguendo i giovani e senza sottostare a compromessi o cose del genere. Vorrei che in Italia fosse come in altri paesi, dove ci sono i campi pubblici e si può entrare tranquillamente a giocare”. Alcune idee sono chiare, altre meno (la data esatta del ritiro, la reale occupazione dall’anno prossimo): non ci resta che aspettare i nuovi capitoli della grande avventura di Francesca.

LE HOSTESS DELLA NEXT GEN ARENA – Non c’era molto pubblico a seguire i match sul secondo campo: normale, poiché sul Centrale erano impegnati Zverev-Raonic e Nadal-Thiem. Nella tribunetta autorità c’erano due avvenenti hostess, vestite di rosso, il cui compito è guidare gli spettatori al loro posto. Ma durante Bertens-Gavrilova hanno avuto un compito in più: salire nelle ultime file e chiedere agli spettatori – gentilmente, quasi timidamente – di alzarsi e prendere posto più in basso “per ragioni televisive”.

DISTURBI IMPREVISTI – Nonostante il poco pubblico, il match Bertens-Gavrilova (poi vinto dall’olandese) ha vissuto un paio di situazioni impreviste, peraltro a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. Sul 6-3 4-2, con la Gavrilova al servizio, è partita una canzone da discoteca a palla, nel bel mezzo di uno scambio. La giudice di sedia ha ordinato la ripetizione del punto, le giocatrici si sono fatte una bella risata. Un paio di punti dopo, mentre l’australiana stava effettuando un servizio, uno spettatore è scivolato dal suo posto, facendo un certo baccano. Dopo l’ovvio doppio fallo, la Gavrilova si è rivolta verso di lui e ha digrignato: “Thanks!”

Francesca rimanda le polemiche, le hostess, il cane di Isner...

IL CAMPO PICCOLO DI NADAL – Rafa Nadal ha preso bene la sconfitta contro Dominic Thiem. Ha dato grandi meriti all’austriaco, senza cercare scuse. Ma ha anche spiegato che a Roma il campo è più piccolo rispetto ad altri centrali, il che favorisce i grandi battitori. “In questo modo, per loro è più facile tirare un colpo vincente”. Considerazione interessante: in effetti, quando gli “out” sono enormi, il giocatore in difesa ha più opzioni. A Roma non è così, ma contro questo Thiem non avrebbe vinto neanche su un campo in mezzo al deserto. Fedele alla sua natura diplomatica, dopo aver specificato che già domani sarà a Maiorca a pescare o a giocare a golf, non si è espresso sulle mancate wild card per Maria Sharapova a Parigi e a Wimbledon (dove – notizia dell’ultim’ora – giocherà le qualificazioni). “Secondo me ogni decisone è buona. E’ il torneo a decidere che tipo di giocatori aiutare. Sono liberi di fare come preferiscono e io non ho grandi opinioni in merito”. Chi è più diplomatico tra lui e Zverev?

IL CANE DI JOHN ISNER – Un po’ a sorpresa, John Isner si è preso un posto in semifinale. “Terra, cemento, erba…per me non cambia niente in termini di preparazione – ha detto l’americano – per me, la terra può essere un’ottima superficie. Ma anche disastrosa”. In semifinale se la vedrà con Alexander Zverev: “Lo conosco da quando aveva 14-15 anni e ci avevo palleggiato un po’ a Saddlebrook. Appena lo vidi pensai che sarebbe diventato forte, e chiesi al mio coach se quel ragazzo avesse intenzione di diventare professionista. Durante un allenamento fece un paio di brutte chiamate, ma non glielo riferite!”. Da parte sua, Isner è invidioso della famiglia Zverev poiché possono portare il loro cane in giro per il tour. “Il mio cane è un po’ troppo pesante per essere portato in giro – ha detto Isner, unico tennista a essere sponsorizzato da una marca di cibo per cani – pesa circa 35 libbre. Il loro cane, Lovik, sembra un barboncino nano. Peserà 6 libbre. Mi piace molto e…sì, invidio gli Zverev. Per fortuna la mia ragazza ha due cani di piccole dimensioni e li ha portati a Indian Wells. Li adoro, ma io amo i cani di tutte le dimensioni”.

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