Firme da tutto il mondo per la liberazione del cane Miro, attesa per l … – La Stampa

Dal Brasile alla Francia, dagli Stati Uniti alla Svezia. La storia del cane Miro ha fatto il giro del mondo e la petizione per chiederne la liberazione ha raggiunto quota 240 mila firme. Un vero fiume di proteste alla vigilia dell’udienza, fissata per il 10 aprile, che dovrebbe decidere sul suo dissequestro.

La storia è ormai nota: il pastore abruzzese vive a Roverè della Luna, un piccolo paese in provincia di Trento, in una casa con giardino. Un vicino dichiara che quel cane abbaia sempre. È l’unico a lamentarsi, dicono i proprietari che sono pronti a portare in tribunale le dichiarazioni firmate di solidarietà degli altri vicini che temono che la stessa sorte possa capitare al loro cane.

«Più volte le Forze dell’Ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando – si legge nel testo della petizione -. Nonostante questo la vicenda è andata avanti con due querele, trasformate poi in due decreti penali di condanna, per l’abbaiare del cane che non permetterebbe loro di dormire. Un’accusa infondata, dal momento che il cane di notte viene fatto entrare in casa, proprio per evitare ogni possibile disturbo».

E alla fine il 22 marzo scorso il cane è stato prelevato dai Carabinieri, sequestrato e portato in un canile (Pan Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente a Rovereto). Gli stessi responsabili della struttura lo definiscono «fra i più tranquilli cani del canile. Abbaia quando vede qualcuno che non conosce, ma è normale».

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Ora l’obiettivo della sua proprietaria è quello di portarlo via dalla sua gabbia per evitare che ci possano essere «delle conseguenze sul suo benessere che verranno cancellate a fatica» ricordando un elemento fondamentale: «Non sono una di quelle persone che mette gli animali al di sopra degli uomini in fatto di diritti – spiega al sito IlDolomiti.it -, ma ci si deve rendere conto che sequestrare un cane o un gatto non ha lo stesso peso che sequestrare un cellulare o un motorino».