Il traffico internazionale di primati destinati alla sperimentazione non accenna a diminuire e le Mauritius sono tra i principali bacini di fornitura di macachi per tutti i laboratori del mondo, soprattutto quelli europei.

Cuccioli e adulti vengono brutalmente catturati nella foresta per essere spediti agli allevanti o per finire sui tavoli di laboratorio e subire test molto invasivi che spesso comportano operazioni al cranio e impianti nel cervello. 
Come se non bastasse, il numero degli animali esportati da questo Paese è incredibilmente aumentato passando dalle 2.937 nel 2013 alle 8.991 scimmie nel 2014. 

Da anni la Coalizione europea contro la vivisezioneECEAE, di cui la LAV è rappresentante in l’Italia, è impegnata per chiedere la fine di questo orrore.

A Febbraio 2015 sono state consegnate oltre 160.000 firme raccolte dalla Coalizione al Governo mauritano per chiedere che venga chiuso questo immorale commercio di vite offuscato da messaggi di vacanza paradisiache, ma le statistiche mostrano chiaramente come non ci sia nessun impegno né da parte delle Istituzioni locali né da quelle internazionali.

Doveroso ricordare lo scandalo legato ad una recente investigazione della BUAV (associazione inglese partner nella coalizione ECEAE) presso la Noveprim, il più grande stabilimento allevatore dell’isola, che ha smascherato centinaia di cadaveri, tra cui femmine gravide e cuccioli, ammassati come spazzatura perché di troppo. Un concetto ben noto anche da noi in Italia grazie al caso contro la Green Hill s.r.l. che ha confermato come gli animali destinati alla vivisezione siano “merce in vendita” da sopprimere nel caso in cui siano “difettosi” invece di essere doverosamente curati.

Un recente sondaggio, effettuato dalla “Cruelty Free International Save Our Monkeys” ha rivelato che:

  • il 92% dei turisti o possibili viaggiatori verso quest’isola ignora il traffico di animali per la vivisezione provenienti dalle Mauritius
  • il 53% delle persone che ci sono state, desiderano farlo o stanno per andarci non lo faranno dopo aver saputo del coinvolgimento di questo Paese nella fornitura di scimmie per i laboratori

Il sondaggio ha coinvolto oltre 3000 persone provenienti da vari Paesi: Italia, Germania, Francia, Inghilterra e Svizzera dove, infatti, si trova la fascia più rappresentativa di turismo verso questa meta tropicale.

Alle Mauritius il Ministro del turismo sta aumentando la pubblicità per dare un’immagine etica di questa nota meta turistica, ma questa patina non riesce a nascondere l’orrore che si cela dietro le Mauritius; uno dei maggiori fornitori di scimmie per la ricerca.

In realtà questo immorale commercio frutta meno del 2% delle esportazioni ed è, quindi, economicamente irrilevante rispetto all’enorme introito derivato dal turismo.

Se anche tu credi che le Mauritius debbano essere un paradiso per chiunque, macachi compresi, firma la petizione internazionale della “Cruelty Free International Save Our Monkeys” e chiedi al Ministro del turismo di fermare questo orrore. 

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Michela Kuan
Responsabile LAV Vivisezione

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