La sua presenza in aula, giovedì 11 gennaio, aveva dato vita a un buffo fuori programma, degno delle migliori gag: durante un procedimento per lesioni a carico di un uomo, nella sede distaccata del palazzo di giustizia di Bergamo in via Sant’Alessandro, un gatto spuntato all’improvviso dallo scranno della giudice Lucia Berloffa aveva portato alla momentanea sospensione dell’udienza.

Il felino, imprendibile, aveva iniziato a correre all’impazzata da un lato all’altro dell’aula: solamente l’intervento di un avvocato, che aveva usato la propria toga per “intrappolarlo”, aveva consentito il ritorno alla normalità (LEGGI QUI).

Un caso curioso del quale si è interessato anche il garante per i diritti degli animali del Comune di Bergamo, l’avvocato Paola Brambilla: “Tanti lettori di Bergamonews mi hanno segnalato l’accaduto, chiedendomi di approfondire la situazione – spiega – Volevano sapere come fosse andata a finire la sua avventura: così sabato 13 ho scritto al presidente del Tribunale e ai colleghi presenti in aula quel giorno. Tutti mi hanno rassicurato sul fatto che il gatto fosse stato trattato benissimo, anzi, gli sono stati dati cibo e acqua per un paio di giorni”.

Dopo essere stato “adottato”, quindi, il felino è stato liberato: “Le sue condizioni fisiche erano quelle di un gatto domestico – continua l’avvocato Brambilla – Ottimo stato di nutrizione, polpastrelli poco consumati: l’edificio di Sant’Alessandro è caratterizzato da una serie di terrazze comunicanti che consentono facilmente di arrivare dall’ufficio del giudice di pace fino a terra e il felino è stato lasciato libero su una di esse. Con ogni probabilità, ora, è tornato dai proprietari”.

Il caso si è verificato un paio di giorni prima della firma della convenzione tra il Comune di Bergamo ed Enpa per la gestione dei gatti liberi sul territorio (LEGGI QUI): “Il consiglio che posso dare a tutti i proprietari è quello di iscrivere il proprio animale all’anagrafe regionale e di chipparlo: in caso di allontanamento, infatti, potrebbero essere considerati gatti abbandonati e quindi attivare l’iter di presa in carico del Comune, di affidamento per le cure a Enpa e di successiva disponibilità all’adozione. Noi procediamo sempre a verifiche approfondite anche in assenza di microchip ma c’è il rischio di essere privati del proprio animale senza poter dimostrarne la proprietà”.

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