La Spezia, 24 settembre 2015 – Odio per gli animali, una vendetta personale, il gesto di un pazzo o chissà cos’altro. Il perché degli ‘attentati’ ai cani che da da diverso tempo si verificano sulla Costa di Santa Lucia, non lo sappiamo. Ma Francesca Brandani, che raggiungiamo nella sua edicola di piazza Verdi, ci mostra con grande preoccupazione ciò che ha ritrovato in via Montalbano martedì pomeriggio.

“Verso le 15.30 stavo passeggiando con i miei tre cani – dichiara la donna, che possiede due esemplari incrociati di pastore australiano e un incrocio tra dogo argentino e pitbull – sulla strada comunale nei pressi della mia abitazione, quando ho raccolto un bocconcino sospetto, come già altre volte era successo”.

A quel punto, con l’ausilio di un coltellino apre davanti ai nostri occhi quel piccolo biscotto. “Vedete? Dentro c’è un amo da pesca! Per fortuna me ne sono accorta prima che fosse troppo tardi”. Così, ci racconta la storia dall’inizio. “Da circa un anno e mezzo, nella nostra zona, ci troviamo a combattere contro questi eventi. Tutto è iniziato nel marzo del 2014 quando rinvenni una polpetta avvelenata nel mio giardino, accanto a casa. Feci denuncia contro ignoti. Ma non finì lì. Ogni mese con precisa continuità, per un periodo di cinque giorni, gli episodi si sono sempre ripetuti, anche se non più nella mia area privata”.

E si è passati dal veleno, agli ami, sempre più grandi, ai bordi delle strade. “Una volta un mio cane (due di essi sono membri attivi della protezione civile, nell’ambito della ricerca di superficie, ndr.) l’ha mangiato e ingoiato. Fortunatamente lo stomaco è riuscito a disgregarlo, altrimenti avrebbe dovuto essere sottoposto a un’operazione urgente. Una lesione in quella parte o nell’intestino poteva portarlo anche alla morte. Ho consegnato le lastre del veterinario alla polizia, che le ha acquisite mettendole agli atti”.

Tre giorni fa stava per riaccadere, ma la donna, forte dell’esperienza ha agito rapidamente. “Ho sentito che il cane stava sgranocchiando qualcosa e allora gli ho tolto di bocca l’oggetto: era di nuovo un boccone contenente un amo, come quello che abbiamo qui”. Anche in questa circostanza Francesca sporgerà denuncia. “L’ho già fatto in diverse occasioni, ma non è servito. Spero che qualcuno voglia andare un po’ più a fondo nelle indagini”.

Francesca è un’esperta educatrice ed addestratrice di animali, e ha cercato di aiutare anche gli altri padroni a tutelare i loro amici a quattrozampe. “Ho realizzato un cartello in cui avviso i proprietari dei cani di non lasciarli liberi e di tenerli sotto controllo, perché nella zona sono presenti bocconi avvelenati e contenenti degli ami, pericolosissimi perché possono anche confondersi tra le foglie”.

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