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Riprendiamo oggi il nostro percorso attraverso gli esami del sangue parlando di proteine plasmatiche, parametri fondamentali da valutare indipendentemente dalla patologia di fronte a cui sospettiamo di trovarci. Le proteine plasmatiche, infatti, possono risultare alterate in corso di numerosi processi patologici in particolare quelli in cui si riscontra anemia, edema, ascite, coagulopatie, diarrea, perdita di peso e malattie renali o epatiche.

Nel plasma circolano centinaia di proteine che svolgono funzioni diverse tra loro e, ad eccezione delle immunoglobuline, la maggior parte viene sintetizzata dal fegato. Alcune sono proteine di trasporto per nutrienti, ormoni e prodotti del metabolismo attraverso il sangue; un’altra importante funzione deriva dal loro effetto osmotico colloidale che garantisce il mantenimento di un corretto volume ematico ed, in più, fanno da “tampone” contro gli acidi circolanti nel sangue. Per ciò che riguarda le immunoglobuline e le proteine di fase acuta, queste svolgono importanti compiti “difensivi” ; altre proteine,invece, partecipano al mantenimento dell’emostasi e sono coinvolte in alcune fasi della coagulazione.

refrattometro

La quantità di proteine totali varia a seconda della specie e dell’età (bassa alla nascita, aumenta crescendo) ed, in linea generale, nel cane si aggira tra 5-7,8 g/dl, mentre nel gatto il range di normalità è 6-8,5 g/dl con lievi variazioni a seconda dei parametri adottati dai diversi laboratori. La loro determinazione è ottenibile con facilità dal plasma, dal siero e dai fluidi corporei utilizzando uno strumento chiamato: refrattometro. La deviazione (rifrazione) che la luce subisce quando attraversa il campione è proporzionale alla quantità di sostanze solide presenti in soluzione e le proteine sono le principali responsabili del fenomeno. La componente non proteica (es: elettroliti, lipidi, glucosio ed urea) presente nel plasma o negli altri fluidi e relativamente costante (si stima attorno a 1,5 g/dl) perciò, sottraendola, il refrattometro è in grado di calcolare le proteine totali. Solo nel caso ci sia un abnorme aumento dei suddetti elementi non proteici si può avere un’alterazione della lettura. Esistono, in ogni caso, altri metodi di misurazione propriamente “biochimici” che fanno rientrare le proteine tra i parametri standard dei profili sierologici letti da macchinari. Indipendentemente dalla metodica utilizzata, ciò che andiamo a misurare è la quantità totale di proteine; con la chimica liquida o secca, poi, si può ancora valutare la concentrazione delle albumine (un tipo di proteina) mentre la quantità di globuline (che si dividonoin diversi sottototipi) deriva da un mero calcolo matematico (proteine totali-albumina).

QPE

L’ aumento della concentrazione proteica totale viene definito iperproteinemia. Questa può essere determinata, ad esempio, dall’utilizzo di farmaci quali i corticosteroidi ed è un processo reversibile ovvero cessa qualche settimana dopo la loro sospensione. Anche la disidratazione può dare un aumento delle proteine che, in realtà, è relativo al fatto che sono diminuiti i fluidi in cui sono immerse. Esiste poi tutta una serie di patologie che da iperproteinemia che possono avere origine: infettiva, infiammatoria, immunimediata o neoplastica. Qualora ci si trovi di fronte ad un aumento di proteine totali spesso è consigliabile procedere con un esame ulteriore e più complesso rispetto a quelli sopra descritti chiamato: elettroforesi ovvero una determinazione non solo quantitativa ma anche “qualitativa” delle globuline . Essa mira a discriminare le singole classi di proteine per capire quale di esse è effettivamente aumentata (l’iperalbuminemia è un riscontro meno frequente e spesso artefattuale). Essendoci molti tipi di globuline con altrettanti differenti funzioni, il sapere qual è il gruppo ”incriminato” aiuta a orientarsi verso una delle cause suddette.

La diminuzione della quantità totale di proteine, all’opposto, è definita ipoproteinemia ; se si tratta di una riduzione di albumina allora parleremo di ipoalbuminemia mentre per le globuline di ipoglobulinemia. Le fluttuazioni delle due classi di proteine andrebbero sempre valutate contemporaneamente: quando si riducono entrambe le opzioni più probabili sono emorragie, essudazioni da lesioni cutanee gravi, perdita enterica (enteropatia proteino- disperdente) o diluizioni (iperidratazione). Di fronte a ipoalbuminemia con globuline normali, invece, si è più orientati verso: nefropatie proteino-disperdenti, epatopatie in stadio terminale, malnutrizione, ipoadrenocorticismo (cane), vasculopatie (es: endotossiemie, setticemia, febbre da zecche, vasculopatie), aumento della pressione idrostatica (es: per ipertensione portale, insufficienza cardiaca congestizia destra) o versamento peritoneale. Se ho le globuline aumentate con albumina bassa posso, infine, pensare al mieloma multiplo, ad infiammazioni o malattie linfoproliferative. Le situazioni sopra schematizzate sono ovviamente “ideali”, perché spesso nella pratica clinica possono verificarsi parziali sovrapposizioni delle varie combinazioni che complicano il tutto!.

Nel prossimo articolo affronteremo un altro capitolo importante nell’ambito degli esami biochimici: i parametri di funzionalità renale. Continuate a seguirci sul tgvet.

Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco, Clinica Veterinaria Borgarello

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