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Oggi il percorso riguardante gli esami biochimici ci porta a parlare di elettroliti.

Si definisce elettrolita ogni sostanza in grado di dissociarsi in ioni una volta  disciolta in acqua o altro solvente. Gli ioni, a loro volta, sono atomi o gruppi atomici aventi una “carica”, detti cationi quando questa è positiva e anioni se negativa.

Per comprenderne il significato e le funzioni, va innanzitutto premesso che circa il 60% del peso corporeo di un individuo adulto è composto da acqua e di questa ben il 40% si trova in sede intracellulare (ICF), mentre il restante 20% è extracellulare (ECF): 5% rappresentato dal compartimento vascolare e 15% dal cosiddetto interstizio ovvero lo spazio intorno alle cellule. Nell’acqua sono disciolte delle sostanze, i soluti, che occupano un loro ben preciso spazio o volume di distribuzione: tra essi annoveriamo gli elettroliti. In condizioni normali questi si distribuiscono tra i vari compartimenti in maniera tale da mantenere un equilibrio vitale, la cosiddetta omeostasi. Molte patologie interferiscono con tale meccanismo arrivando a compromettere, spesso in maniera grave, la normale commistione tra acqua ed elettroliti e, di conseguenza, la composizione dei vari compartimenti fluidi dell’organismo.

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La concentrazione dei soluti nei vari compartimenti varia al variare della permeabilità delle barriere frapposte tra essi  ad esempio: l’endotelio vascolare è relativamente impermeabile alle cellule e alle proteine plasmatiche , che per tale ragione rimangono all’interno del sangue, mentre lascia passare liberamente i soluti ionici, tanto che la loro concentrazione nel plasma e a livello interstiziale è praticamente la stessa. Le membrane cellulari, invece, sono più selettive e fanno si che esista una differente distribuzione di cationi e anioni tra il compartimento intracellulare ed extracellulare. Nonostante questa diversa composizione però esiste, o meglio, dovrebbe esistere sempre una condizione di elettroneutralità (le cariche totali si annullano) tra l’ICF e L’ECF.

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Quali sono allora gli elettroliti?. Il sodio (Na+) è il catione principale presente nel fluido extracellulare, mentre il potassio (K+) è l’analogo per il fluido intracellulare: circa il 98% del potassio corporeo è contenuto all’interno delle cellule. L’anione maggiormente presente a livello dell’ ICF è il fosfato (H2PO4 ), il cloro (Cl) ed i bicarbonati (HCO3) quelli del compartimento extracellulare. Non vanno poi dimenticati il magnesio (Mg+) ed il calcio (Ca2+).

Il contenuto di acqua nel plasma e l’omeostasi degli elettroliti vengono coordinati principalmente dal lavoro integrato di organi endocrini, sistema nervoso e reni. I tubuli renali rispondono a stimoli neurormonali riassorbendo sodio e acqua ed eliminando il potassio. I tubuli prossimali riassorbono il sodio; quelli distali risentono dell’azione dell’aldosterone aumentando lo scambio sodio-potassio in modo da aumentare la ritenzione del primo e l’escrezione del secondo.

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Nei prossimi articoli parleremo più nel dettaglio dei singoli elettroliti, delle loro funzioni e del perché è importante valutarne la concentrazione in corso di numerosi processi patologici. Continuate a seguirci sul Tgvet.

Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco

 

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