Ecco Morturneria: il plesiosauro filtratore

Lo studio di un fossile rinvenuto trent’anni fa ha fornito nuove informazioni sullo stile di vita e sull’evoluzione di un gruppo di rettili marini estinti

Era il lontano 1984 quando Sankar Chatterjee, curatore di paleontologia del Museum of Texas Tech University, e Bryan Small, un suo studente, hanno portato alla luce sull’isola di Seymour (Antartide) un cranio incompleto e alcune vertebre cervicali di un plesiosauro vissuto nel tardo Cretaceo, circa 70 milioni di anni fa. Questa nuova specie di rettile marino è stata chiamata Morturneria seymourensis, in onore del dott. Mort D. Turner (noto geologo americano), e il suoi resti sono attualmente conservati presso il Museum of Texas Tech di Lubbock (Texas – USA).

M. seymourensis popolava le acque dell’Antartico nello stesso periodo in cui i dinosauri regnavano incontrastati sulle terre emerse. Il suo corpo era di grandi dimensioni (circa 15 metri di lunghezza), largo e appiattito dorso-ventralmente, la testa era di forma arrotondata, il collo lungo e la coda piuttosto corta. Inoltre M. seymourensis era un abile nuotatore, munito di quattro lunghe pinne che usava per spostarsi velocemente in acqua.

Come sostiene Chatterjee, questa specie si contraddistingue per la presenza di denti di morfologia insolita per il gruppo a cui appartiene, lunghi e sottili, molto ravvicinati tra loro e apparentemente più fragili rispetto a quelli conici, robusti e affilati degli altri plesiosauri. In particolare, i denti dell’arcata inferiore possiedono una forma che non era mai stata osservata prima nei rettili marini: non sono rivolti verso l’alto, bensì protrusi verso l’esterno e orientati verso il basso.

E’ proprio sulla base di queste caratteristiche che è stata avanzata sin da subito l’ipotesi che M. seymourensis non orientasse la propria caccia verso animali di grossa taglia, come grandi pesci ed ammoniti. E quindi, come si sarebbe potuto alimentare?

La risposta a questa domanda è stata pubblicata recentemente sul Journal of Vertebrate Paleontology, ben 33 anni dopo il ritrovamento del fossile. Si è scoperto che M. seymourensis si alimentava mediante filtrazione. E’ molto plausibile che i denti lunghi, sottili e delicati possano aver formato un “dispositivo di cattura” che permetteva a questo animale di nutrirsi di piccoli pesci e crostacei, i cui resti abbondano nello stesso giacimento fossile. M. seymouriensis nuotava con le fauci spalancate e quando chiudeva la bocca i denti formavano una sorta di setaccio, che filtrava il cibo espellendo l’acqua in eccesso.

Tale stile di alimentazione è assente in altri plesiosauri noti, ma si osserva ad esempio nelle balene attuali: si tratta di un caso sorprendente di evoluzione convergente tra rettili e mammiferi, ovvero di un adattamento simile condiviso tra gruppi di organismi che non possiedono uno stretto legame di parentela. In tal modo i risultati della ricerca hanno fornito non solo nuove informazioni sull’ecologia dei plesiosauri, ma anche sulla loro storia evolutiva.

Bibliografia:
O’Keefe F. R., Otero R. A., Soto-Acuña S., O’gorman J. P., Godfrey S. J., Chatterjee S., 2017. Cranial anatomy of Morturneria seymourensis from Antarctica, and the evolution of filter feeding in plesiosaurs of the Austral Late Cretaceous. Journal of Vertebrate Paleontology e1347570: 1-13. DOI:10.1080/02724634.2017.1347570

Immagine Credit: S. J. Godfrey

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